Una gara discreta in Ungheria, a sorpresa viste le difficoltà nelle prove libere e in parte in qualifica, e visto il declino degli ultimi tre-quattro weekend di F1: la Ferrari può abbozzare un sorriso perché alla domenica ha ritrovato un minimo di performance, e a questo punto deve fare i conti con il vero problema di questa stagione, già emerso fin da marzo, vale a dire il giro secco al sabato. E su una pista come questa, una specie di Montecarlo ma senza i muretti, dove superare si può, ma col rischio costante di essere sbattuti fuori dal tracciato, era fondamentale cercare almeno la seconda fila con Leclerc oltre che con Sainz. La gara, poi, rimescola le carte: il monegasco è aggressivo e passa il compagno al via, poi le vicissitudini e comunque gli altri tre team che nel complesso sono ancora superiori sotto alcuni aspetti (la McLaren in tutti) fanno scivolare al quinto e sesto posto i due piloti di Maranello, dunque più indietro rispetto alle posizioni in griglia. Situazione che si riequilibra per caso, con la follia di Verstappen, e così ci sono P4 e P6, a parti invertite.
Però i tempi sono positivi: Sainz non ingrana mai, mentre Leclerc nel secondo stint è andato davvero forte, conservando il giro più veloce per alcuni giri e facendo meglio persino di Verstappen e Hamilton. Una costanza di rendimento che si può anche confrontare con lo strapotere McLaren: alla fine Leclerc arriva a diciannove secondi dal leader Piastri, dunque circa due decimi e mezzo persi al giro, un distacco inferiore rispetto ad altri circuiti. E se si considera Norris come metro di paragone, visto che prima di far passare l’australiano era avanti di ulteriori cinque secondi, il distacco della miglior Ferrari dalla miglior McLaren resta comunque inferiore ai tre decimi persi al giro. Un piccolo punto di partenza dal quale ripartire per lavorare in estate e chiudere bene una stagione che si è complicata, soprattutto col titolo costruttori dove nei confronti di McLaren si perde il secondo posto, ma si guadagna qualcosina sulla Red Bull in caduta libera. Tutto è ancora aperto.