E’ tornata la Ferrari. O meglio, non se ne è mai andata, ma tra Imola, Miami e soprattutto Barcellona, il morale era sceso vertiginosamente. La macchina, però, va alla grande e non ha mai smesso di farlo, e su un circuito completamente diverso da quello di Montmelò, su una pista cittadina dal fascino old style e dalla guidabilità pari a zero, è ancora una volta la macchina in livrea rossa a fare la differenza e a monopolizzare i primi posti nelle libere del venerdì.
Charles Leclerc si prende tutto, miglior tempo nelle FP1, miglior tempo nelle FP2. D’altronde, gioca in casa, ed è qui che deve spezzare un’incredibile maledizione per la quale non ha nemmeno mai visto la bandiera a scacchi. Un po’ come accaduto cinque giorni fa in Spagna, ma moltiplicato per sette anni da quando gareggia tra serie minori e il Circus. L’anno scorso la beffa è stata atroce: era pole position, poi la spavalderia eccessiva del box del Cavallino aveva portato alla mancata partenza. Del resto, aggiustare la macchina ma partire dal fondo non avrebbe avuto senso qui. Già: le qualifiche sono sempre importanti, ma alcune qualifiche sono più importanti di altre. Orwell avrebbe descritto così il rapporto tra la caccia alle pole su qualsiasi pista del Mondiale e quella che si disputa nel Principato: qui fare la pole equivale a mezza vittoria, a patto di non metterla nel muro come Mick Schumacher e Daniel Ricciardo oggi.
Insomma, la Ferrari vola a gonfie vele e oltre a Leclerc c’è anche Sainz sugli scudi con il terzo tempo alla mattina (che ormai da quest’anno è pomeriggio) e il secondo al pomeriggio. Tutto lascia ben sperare in vista delle qualifiche, dalle quali dipenderà la gara di domenica: il passo gara per quest’ultima premia ancora Leclerc e finalmente la scuderia di Maranello ha rimesso in ombra la Red Bull, che oggi ha trovato più certezze da Perez che da Verstappen. Quanto si è nascosto l’olandese e quanto ha faticato in pista? Forse una via di mezzo. Il campione del mondo in carica qui ha vinto l’anno scorso, ma dovrà trovare qualche decimo per giocarsi la pole – e dunque la vittoria – con Leclerc. Hamilton naufraga ancora, incoraggiante l’altra Mercedes di Russell. In un anno si è capovolto il mondo.