La FIA ha fatto marcia indietro e ha archiviato l’indagine sul presunto conflitto di interessi riguardante Toto Wolff e sua moglie Susie. La vicenda però non è destinata a chiudersi qui. Il team principal della Mercedes ha dichiarato infatti di avere “uno scambio legale attivo con la Fia”. “Comprendiamo che c’è un notevole interesse da parte dei media per gli eventi di questa settimana – ha detto l’austriaco, 51 anni – Al momento abbiamo uno scambio legale attivo con la Fia. Attendiamo la massima trasparenza su ciò che è accaduto e perché, e ci siamo espressamente riservati tutti i diritti legali. Vi chiediamo quindi la vostra comprensione sul fatto che per ora non commenteremo ufficialmente, ma affronteremo sicuramente la questione a tempo debito”.
La managing director della F1 Academy, Susie Wolff, nata Stoddart -che aveva già negato con veemenza le accuse definendole ”intimidatorie e misogine” – ha dichiarato: “Quando ho visto il comunicato rilasciato dalla Fia ieri sera, la mia prima reazione è stata: ‘È così?’ Per due giorni sono state fatte insinuazioni sulla mia integrità in pubblico e attraverso briefing di fondo, ma nessuno della Fia mi ha parlato direttamente”. E ancora: “Potrei essere stata un danno collaterale in un attacco fallito contro qualcun altro, o l’obiettivo di un tentativo fallito di screditarmi personalmente, ma ho lavorato troppo duramente per vedere la mia reputazione messa in discussione da un comunicato stampa infondato. Abbiamo fatto molta strada come sport. Sono stata estremamente grata per il supporto unificato dei team di Formula 1. Ho lavorato con così tante donne e uomini appassionati della F1 e della Fia, che hanno i migliori interessi per il nostro sport. Tuttavia, questo episodio è avvenuto finora senza trasparenza o responsabilità. Ho ricevuto accuse online sul mio lavoro e sulla mia famiglia. Non mi lascerò intimidire e intendo proseguire finché non avrò scoperto chi ha istigato questa campagna e ha ingannato i media. Quello che è successo questa settimana semplicemente non è abbastanza buono. Come sport, dobbiamo chiedere, e meritiamo, di meglio”.