Box chiusi, pista deserta e weekend di riposo dopo il ritorno alla normalità. A Barcellona team e piloti hanno affrontato una quattro giorni di lavoro ‘no stop’, da lunedì a giovedì, per riprendere il passo, la mano, le sensazioni e lo studio di una monoposto appena nata e attesa dall’immediato salto prestazionale in vista dell’avvio del Mondiale 2019 di Formula 1. Quattro giornate divise in otto sessioni totali, tra mattina e pomeriggio, con le varie scuderie che han diviso il lavoro equamente tra i propri piloti. Ma chi, più di tutti, ha mostrato segnali positivi?
INCOGNITA TEST – Ovviamente è bene precisare che tutti i dati visibili al pubblico, e dunque la classifica tempi e il conteggio totale dei giri portati a termine, non rappresentano degli elementi sufficienti per valutare competitivamente la nascita e il primo sviluppo delle vetture 2019. Tante le incognite difficilmente interpretabili tra i carichi di benzina, il programma di lavoro scelto, le differenti condizioni climatiche e della pista giorno per giorno oltre all’adattamento alle nuove gomme portate da Pirelli. Proprio quest’ultima variabile potremmo considerarla la più intuitiva e importante nel contestualizzare i vari distacchi cronometrici rilevati in queste quattro giornate. Innanzitutto è bene precisare che la Pirelli ha concesso, in via del tutto eccezionale, l’utilizzo di cinque mescole differenti denominate ‘C’ e seguite dal numero che indica il diverso grado di gomma: dalla più dura (1) a quella più morbida (5). Solamente tre colori differenti per distinguere le mescole: bianco, giallo e rosso con la più dura e la più morbida rispettivamente bianca e rossa senza il classico cerchio nel pneumatico. Nei primi giorni le gomme C4 e C5 sono state accantonate e, a parità di condizioni, la Ferrari ha primeggiato con Vettel e Leclerc. Mercoledì e giovedì, invece, a sorpresa prima Toro Rosso poi Renault han chiuso la classifica tempi con il giro veloce mentre i top-team han preferito proseguire il lavoro sulle mescole dure e meno prestazioni sul giro secco.
FERRARI, BUONE IMPRESSIONI – Proprio per questo arrivano segnali positivi dal lavoro svolto dalla scuderia di Maranello. A parità di condizioni la Ferrari è sempre stata la vettura più veloce in pista, capace di creare un distacco piuttosto contenuto (circa mezzo secondo) durante le ultime due giornate di test con due mescole di svantaggio rispetto alle ‘C5’ utilizzate dalla concorrenza. Ma, tempi a parte, ciò che più ha colpito è l’affidabilità e la guidabilità di una Ferrari SF90 aggressiva e affamata, ritenuta dagli addetti ai lavori come la macchina più interessante in questo inizio di stagione. Vettel e Leclerc han speso parole entusiaste dopo questi primi chilometri a bordo della nuova Rossa, sottolineando il fatto che la vettura sia di facile comprensione e con pochi difetti. Sono 598 i giri totali registrati dal tedesco e dal monegasco in 32 ore totali di pista aperta al Circuit of Catalunya, con long run da oltre 100 giri al giorno. Tanta simulazione gara e qualche attacco al tempo da contorno in un quadretto che fa ben sperare i propri tifosi. Solamente la Mercedes ha totalizzato più chilometri, chiudendo un totale di 610 tornate con il lavoro giornaliero alternato tra Lewis Hamilton e Valtteri Bottas. I rivali della Rossa, però, han preferito concentrarsi quasi esclusivamente sulla tenuta di gara e sull’affidabilità senza mai stampare grandi tempi. Si “nasconde” la Red Bull, comunque soddisfatta al primo impatto con il motore Honda mentre sorprende la Renault che è parsa competitiva nel giro secco. Ottimale anche l’avvio della nuova Alfa Romeo, grazie al lavoro sodo di Kimi Raikkonen e Antonio Giovinazzi.
Ma il lavoro a Barcellona non è finito, ancora qualche giorno di pausa prima di tornare in pista martedì 26 per la seconda parte dei test. Altre quattro giornate di test poi si lascerà la Spagna in attesa di prendere il primo vero volo del 2019 verso Melbourne con il Gran Premio d’Australia alle porte: il weekend del 15-17 marzo non è poi così lontano.