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Subito back-to-back per la F1 dopo la bella gara di Montecarlo. Si corre in Spagna per il settimo appuntamento del Mondiale e si fa tappa sul circuito di Montmelò (Barcellona), lo storico tracciato che si trova in calendario ininterrottamente dal 1991. Una pista amata e che regalerà senz’altro spettacolo, coi suoi lunghi rettilinei, curve veloci (una, la chicane dell’ultima curva, eliminata per rendere la pista ancor più veloce) e tre zone DRS che possono fare la differenza. Basterà per frenare la cavalcata irresistibile di Max Verstappen, quattro vittorie e due secondi posti nelle prime sei gare, già leader incontrastato del campionato? Difficile dirlo, probabilmente no.
La Ferrari, però, ci prova. Non solo: è giunta ormai al bivio, perché dopo questa gara saremo a un terzo della stagione. Troppo poco per dei bilanci più complessi, ma già abbastanza per capire cosa fare da grandi: inseguire ancora la chimera della lotta per il Mondiale, che sarebbe pensabile solo con un exploit con vittoria sul circuito iberico, oppure darsi appuntamento già al 2024 e quest’anno puntare a capire cosa non è andato per il verso giusto? La storia del Cavallino dice la prima, ma già Vasseur frena sugli aggiornamenti che verranno portati al Circuito della Catalogna. E allora, se non ci sarà il solito Alonso a innescare battaglia con SuperMax, o al limite l’incostante Perez, la sensazione è che si possa vedere una gara a senso unico per l’olandese, ma occhio alle qualifiche nelle quali la Rossa ha dimostrato, almeno lì, di esserci, in attesa di capire come risolvere il problema della gestione gomme.
E’ un circuito estremamente variegato quello di Montmelò, amato dai piloti per il fatto di essere molto camaleontico e di offrire diversi scenari. E’ proprio qui che sovente vengono portati pacchetti sostanziosi di modifiche alle monoposto, del resto lo scorso anno fu sede di test importantissimi per le scuderie dopo il cambio regolamentare. E purtroppo fu lo scenario in cui si consumò la grande illusione Ferrari, quell’epifania di una macchina più forte di tutte che però durò pochissimo.
Quest’anno si cambia e si torna al passato: via l’ultima chicane con accorciamento della lunghezza del giro a 4,657 chilometri, da ripetere sempre 66 volte. Questa modifica renderà l’ultimo settore molto più filante e meno severo per le gomme sotto il profilo della trazione, ma il degrado a causa dell’alta temperatura dell’asfalto resta importante. Si tratta di una pista che storicamente mette a durissima prova la tenuta delle gomme, per questo la Pirelli ha deciso di portare le mescole più dure della gamma, dunque scegliendo la C1 per le hard, con C2 alle medie e C3 per le soft. Probabile la strategia a due soste: i team sanno bene quanto la pista di Montmelò sia severa nei confronti degli pneumatici.
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