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Un duello incredibile, in un crescendo di tensione legato alla sfida per il Mondiale che di fatto si sarebbe poi risolto ad Abu Dhabi come sappiamo. Ma a Jeddah, senza ombra di dubbio, si è visto un importante assaggio di quanto sarebbe poi accaduto nell’ultima gara del 2021. Nel penultimo appuntamento di un campionato che sembrava quasi un film settimana dopo settimana, è successo di tutto e di più, tra contatti al limite, trattative ai limiti dell’assurdo, una direzione di gara che discutibile è quasi un complimento, anche in virtù di quanto si era visto la settimana dopo.
La partenza, paradossalmente, è stata il momento più “normale”, con tanta prudenza tra i piloti e Bottas che resta davanti a Verstappen coprendo le spalle a Hamilton leader. Ma al ventitreesimo giro, Verstappen va a muro e serve la safety car. In molti ne approfittano per il pit-stop, ma ecco il colpo di scena: Verstappen non rientra, ma poco dopo viene esposta addirittura la bandiera rossa, e così l’olandese si ritrova al comando per la ripartenza dalla griglia, per la rabbia furibonda di Mercedes e altri team. Si riparte e Hamilton ne ha di più, allora Verstappen deve tagliare la curva, si inserisce pure Ocon in mezzo. Il pilota Red Bull non può restituire la posizione perché la perderebbe pure nei confronti del francese Alpine, non si fa in tempo a capire cosa fare che Perez va a muro e arriva una nuova incredibile bandiera rossa.
Ecco che partono le ormai famose trattative: Masi violenta il regolamento, Mercedes e Red Bull trattano con il direttore di gara e alla fine arriva una decisione salomonica. Alla ripartenza in pole ci va Ocon, secondo Hamilton e solo terzo Verstappen. Si riparte e l’olandese è eccezionale: con una staccata super, passa sia Hamilton che Ocon e vola in testa alla gara, stavolta senza scorrettezze. Che, però, commette qualche giro dopo, quando Hamilton, che è più veloce, lo passa. A quel punto, Verstappen non cede ma taglia ancora la curva e deve cedere la posizione.
Nel farlo, il giro dopo, si pianta letteralmente sul misto e si fa tamponare da Hamilton, che lo apostrofa in tutti i modi. Il britannico è miracolato nel non distruggere la macchina, Verstappen a quel punto lo fa passare davvero, ma è già guerra tra i box. Alla fine, dieci secondi di penalità (ininfluenti) per il classe 1997, che chiude comunque secondo alle spalle di un Hamilton furibondo che agganciò in classifica il rivale. E nessuno sapeva cosa sarebbe successo ad Abu Dhabi. Quest’anno, però, in Arabia c’è anche il terzo incomodo: e dubitiamo che in casa Ferrari sia una definizione che possa piacere.
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