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“Abbiamo senza dubbio scherzato col fuoco a Melbourne, sono entrato in paranoia e ho cercato di ripercorrere tutti i contatti interpersonali che avevo avuto“. Daniel Ricciardo ripercorre così quelle ore vibranti e in attesa di una decisione da parte di Fia e Formula 1 alla vigilia del weekend del Gran Premio d’Australia. A causa della positività al covid-19 da parte di un membro del team McLaren, la tappa inaugurale ha subito uno scossone nelle ore antecedenti al via delle libere del venerdì. Ma fino all’ultimo minuto Fia e F1 hanno atteso prima di diramare un comunicato ufficiale con il quale è stata annunciata la cancellazione dell’evento a seguito del ritiro dalla tappa da parte della stessa McLaren e alla partenza via da Melbourne da parte di alcuni piloti tra cui Sebastian Vettel. “Anche qualche settimana prima eravamo a Barcellona senza alcuna restrizione in un periodo dell’anno in cui tutti hanno un po’ influenza o di raffreddore – ha spiegato Ricciardo alla testata The Age –, perciò a livello irrazionale la mente inizia ad avere paure scaturite da questa emergenza legata alla diffusione del Coronavirus. Quando anche la NBA ha deciso di fermare il campionato mi è sembrato chiaro che non avremmo mai dovuto scendere in pista“.
Ed entrando nel merito della mattinata di venerdì: “I telefoni di tutti erano letteralmente impazziti, volevo lasciare Melbourne il prima possibile prima che la situazione diventasse più difficile da gestire – ha aggiunto il pilota australiano del team Renault – Sono tornato a Perth, dove mi ero preparato prima della gara, ho telefonato a Max Verstappen per sapere quali erano i suoi piani. Domenica, all’ora del Gran Premio, ho pensato che in quei momenti avrei dovuto essere nell’abitacolo per la partenza della gara ed è stato un duro colpo realizzare che non era così“.
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