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Tra poche settimane tornerà in pista la Formula 1 con le presentazioni ufficiali della vetture e i primi test pre stagionale che ci accompagneranno alla fine di questo lungo inverno. Sono tante le novità portate dai team per la stagione 2019 e quella che andremo ad analizzare sarà il binomio tra la Red Bull e la Honda. Il passaggio dal motore Renault e quello Honda ha fatto storcere il naso a tanti ma i rapporti tra la scuderia austriaca e quella francese erano ormai saturi e serviva un cambiamento: ma la domanda che tutti si fanno, sarà stata la scelta giusta?
Negli ultimi anni, abbiamo notato come i rapporti tra il team giapponese e le varie scuderie non sono stati dei migliori. Durante il triennio 2015-2017 il motore Honda non è stato affatto promettente anzi, ha creato non pochi problemi alla scuderia britannica in termini di potenza e di affidabilità, fattori che hanno spinto la Mclaren a virare per il motore Renault. La gestione con la Toro Rosso è stata totalmente differente con notevoli sviluppi sulla power unit registrati nelle prestazioni in qualifica e in piste veloci dove la monoposto di Faenza era competitiva. Ma cosa ha spinto la Red Bull a buttarsi nel progetto Honda?
Uno dei fattori principali di questa scelta è stata la presenza di Adrian Newey all’interno del team giapponese: Newey da qualche anno lavorava part-time all’interno del team ma si è dedicato al progetto Honda appieno dopo l’accordo con la Red Bull per rendere la scuderia austriaca competitiva grazie anche a piloti come Verstappen, che punta a vincere il mondiale, e Gasly che vuole dimostrare tutto il suo potenziale. La Red Bull sembra essere soddisfatta del lavoro Honda e vuole tornare ad essere competitiva per dar fastidio alla Mercedes e alla Ferrari che, nelle ultime stagioni, si sono giocate il titolo piloti e costruttori.