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Un calendario regionalizzato per evitare gli sprechi di denaro, abbattere l’inquinamento e provare ad avvicinare il traguardo delle zero emissioni di carbonio entro il 2030. La F1 è pronta alla svolta e in un rapporto pubblicato quest’oggi sui progressi compiuti per quanto riguarda la sostenibilità , la diversità e l’inclusione, si è soffermata sui viaggi aerei, che attualmente producono la maggior parte dell’inquinamento da carbonio generata dal Circus.
Nel 2023 sono previste 23 gare e i trasferimenti saranno ancora una volta scomodi, lunghi e per nulla razionalizzati: per esempio, si passerà dall’Azerbaijan a Miami, quindi dalla Spagna al Canada per poi tornare in Austria. Il Qatar viene dopo il Giappone, a fine stagione da Las Vegas si passa ad Abu Dhabi per il gran finale. Nel rapporto diffuso quest’oggi, viene confermato invece che “è in corso la pianificazione di una futura regionalizzazione del calendario”. Cosa vuol dire? Che ogni macro area del mondo in cui si corrono gare di F1, Medio Oriente, Europa, Americhe e Asia orientale-Australia, avranno una propria “stagione” in cui si disputeranno i vari Gran Premi prima di trasferirsi in un altro continente. Non è ancora noto, però, a partire da quando.
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