Ormai archiviato il 2017 con un’altra vittoria di Lewis Hamilton e di Mercedes, ci si avvia a una Formula 1 diversa nel 2018. Non sarà un anno caratterizzato da rivoluzioni come quello appena passato, ma qualche cambiamento regolamentare non di poco conto è comunque presente. Ecco tutte le novità che ci aspetteranno nel prossimo Mondiale.
POWER UNIT – La novità più importante della stagione riguarda il numero di power unit disponibili per ogni vettura, che quest’anno scenderà da cinque a solamente tre a fronte di un aumento a 21 dei weekend di gara. Ogni propulsore dovrà ora coprire un chilometraggio non troppo diverso da quello coperto dalle vetture endurance della categoria WEC, per intenderci quelle che svolgono la 24 ore di Le Mans, ossia all’incirca 5000 km. Come se non bastasse, alcune componenti come il MGU-K e le batterie scenderanno addirittura a due solamente. Il rischio di vedere i piloti tornare a fare i taxisti per salvaguardare le parti piuttosto che poter spingere al massimo è alto, la speranza è che non sarà così.
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HALO – Uno dei due cambiamenti più visibili rimane l’aggiunta di Halo, il nuovo “anello” di sicurezza intorno all’abitacolo che dovrebbe impedire, in caso di decolli di vetture o di pneumatici staccati e rimbalzanti in pista, ai detriti più grossi di raggiungere il casco dei piloti. L’Halo dovrebbe impedire incidenti simili a quello che ha portato alla morte nel 2009 in Formula 2 il povero Henry Surtees a Brands Hatch, colpito alla testa da una ruota staccatasi da un’altra vettura, o evitare rischi pericolosissimi come quello corso da Fernando Alonso a Spa nel 2012, quando la vettura di Romain Grosjean passò a pochi centimetri dal capo dello spagnolo. Halo potrà anche in qualche modo limitare le possibilità che anche i detriti più piccoli possano giungere alla testa dei piloti, ma la cosa non sarà totalmente impedita. Per dire, molto probabilmente anche con Halo Felipe Massa nel 2009 all’Hungaroring sarebbe stato ugualmente colpito dalla molla persa dalla Brawn di Rubens Barrichello. I veri difetti di tale soluzione sono due, a seconda dei punti di vista: agli occhi del pubblico, è la sua antiestetica, ci si farà l’abitudine, ma rimane qualcosa di veramente brutto da vedere e soprattutto rovinerà le fantastiche riprese on board delle vetture. Agli occhi, invece, degli addetti ai lavori, Halo, non pesando poco e non potendo essere spostato da dove si trova, costringerà a ridisegnare tutto il bilanciamento di pesi delle monoposto, con conseguenti cambiamenti radicali al carico aerodinamico delle stesse. Certo, la sicurezza viene prima di tutto, ma forse sarebbe stato meglio un cupolino rispetto a tale soluzione.
ADDIO PINNE E T-WING – Sempre per motivi di sicurezza si ha l’altra novità estetica della stagione, ovvero la sparizione delle pinne e delle T-Wing, che porterà obbligatoriamente ad altri cambi aerodinamici. Tutte le vetture torneranno ad avere dei cofani sinuosi, risultando esteticamente simili alle vetture 2008, con l’eccezione dell’alettone anteriore, molto più largo rispetto alle monoposto di dieci anni fa. La T-Wing ha fatto discutere per tutto il 2017, con parecchie vetture che durante le prove libere, soprattutto Haas e Williams, hanno provato a perdere queste alette, cosa che se fosse avvenuta in gara con un trenino di vetture alle spalle sicuramente avrebbe potuto causare problemi.
NUOVE PIRELLI – L’ultima, ma non meno importante novità per il 2018, riguarda le nuove Pirelli. La casa milanese ha infatti deciso di ammorbidire tutta la propria gamma di gomme, scalando di uno step: la hard dello scorso anno assume la denominazione di superhard (e probabilmente non si vedrà mai), mentre quella di questa stagione sarà la media della scorsa; la media 2018 è la soft del 2017, mentre la soft sarà la vecchia supersoft. Procedendo, la nuova supersoft è la vecchia ultra, mentre la nuova ultra è una mescola ancora più morbida. Inoltre, Pirelli ha deciso di introdurre una gomma morbidissima, quasi da qualifica, la hypersoft, ben due step più morbida di ciò che era l’ultrasoft della scorsa stagione. Quest’ultima mescola farà la sua comparsa presumibilmente solo a Monaco e a Singapore. L’intento è quello di aumentare il numero di soste e di conseguenza la possibilità di adottare strategie differenti, dopo essersi accorti che l’eccessiva durezza delle mescole della scorsa stagione (tanto che si è vista l’ultrasoft in una pista molto esigente con le gomme come Spa) portava spesso a un’unica sosta che raramente poteva portare a un rimescolamento di carte.
FUORI DAL REGOLAMENTO: TRACCIATI E PILOTI. Quest’anno, innanzitutto, salterà Sepang, dicendo quindi addio al Gran Premio della Malesia, mentre rientreranno la Germania ad Hockenheim e la Francia al Paul Ricard. A livello di calendario, spicca l’anticipo del GP d’Azerbaigian, spostato da metà giugno a fine aprile, data che negli ultimi anni era dedicata al GP di Russia, mentre il gran premio sovietico viene traslato a fine settembre, al posto proprio del GP di Malesia. La data di giugno viene liberata per far posto a uno dei due nuovi GP europei, ma essendo appunto due e non uno viene a crearsi un tour de force mai visto prima nella storia della Formula 1, con ben tre GP in tre settimane consecutive: difatti, gli eventi in Francia, Austria e Gran Bretagna si svolgeranno in soli 17 giorni a cavallo tra giugno e luglio. Riguardo invece i piloti, rimane libero il solo secondo Williams, al momento conteso tra il polacco Robert Kubica e il russo Sergej Sirotkin, con possibile inserimento del connazionale Daniil Kvyat e possibilità ridotte per Pascal Wehrlein. Se invece Mercedes, Ferrari, Red Bull, Force India, Haas e McLaren confermano la propria line-up, cosa che fanno anche Renault e Toro Rosso che mantengono il duo degli ultimi Gran Premi del 2017, con l’acquisizione del title sponsor Alfa Romeo Sauber assume il monegasco pilota Ferrari Charles Leclerc al posto del tedesco di Mercedes Wehrlein. Niente da fare, quindi, per un posto da titolare nella prossima stagione per il nostro Antonio Giovinazzi, che sarà indiscutibilmente terzo pilota Sauber (mentre lo scorso anno si divideva il sedile proprio col monegasco) e Ferrari.