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Dall’Italia a Singapore, da Monza a Marina Bay: il diario di bordo del Mondiale 2017 di Formula 1.
CARLOS SÌ, CARLOS NO. I rapporti in casa Toro Rosso tra i due piloti, Kvyat e Sainz, da qualche Gran Premio sono parecchio tesi. Si ricordino il testacoda di Carlos al via a Baku per il quale ha accusato il compagno e l’incidente tra i due a Silverstone, causato effettivamente da un errore di Daniil. Inoltre, anche le relazioni tra il pilota spagnolo e il team non sono proprio idilliache. Nel corso di queste due settimane sono uscite delle indiscrezioni che vogliono Sainz al volante della Renault a partire dal Gran Premio di Malesia, che si terrà l’1 ottobre sul circuito di Sepang, al posto di Palmer. Tali voci non sono state confermate da Carlos, né dai vertici di Renault, ma è stato il terzo pilota della scuderia faentina, Gasly, ad affermare, con una goffa dichiarazione, che probabilmente sarà in pista dal weekend malese. Il probabile passaggio di Sainz a Renault ha irritato la famiglia Red Bull, con Marko e Tost che non accettano che un proprio pilota ancora in formazione vada a far carriera altrove. Per gli italiani si pone anche l’interrogativo sul motore: con Renault che ha ormai trovato l’accordo con McLaren (vedi sotto), pare che ai faentini tocchi il motore Honda e con Kvyat vicino al siluramento a fine anno potrebbe essere che accanto a Gasly, nel 2018, sia schierato Matsushita, pilota di Formula 2 di formazione dei giapponesi. L’alternativa resta Gelael, già quest’anno terzo pilota della squadra. Per Kubica, invece, porte chiuse dai francesi, ma si apre un possibile spiraglio in Williams, accanto a Stroll e al posto di Massa. Vedremo come si evolverà il mercato.
SAYONARA HONDA, BIENVENUE RENAULT. Il divorzio tra McLaren e Honda è invece ormai ufficiale. Dopo aver cambiato ben 87 parti del propulsore in questi due anni e mezzo, il team inglese ha deciso di rompere coi motoristi giapponesi. La notizia era nell’aria già da tempo, come dimostra anche la ricerca da parte di Honda di un altro team cui fornire il motore: prima Sauber (con l’accordo trovato e poi clamorosamente saltato all’improvviso) e poi, pare, Toro Rosso. Per la squadra inglese questo cambio rappresenterà sicuramente un passo in avanti e la possibilità di valutare realmente la competitività del telaio (gente del paddock dice che con un motore decente McLaren potrebbe essere la quarta forza del campionato, in lotta con Red Bull). Gli inglesi comunque tremano, in quanto Alonso, nonostante sia stato in qualche modo “accontentato” con questo cambiamento, non conferma ancora la sua permanenza a Woking.
VADO A SINGAPORE. L’arrivo nella città-Stato asiatica è caratterizzato prima di tutto dal falso jet-lag. Nonostante il fuso orario, infatti, i piloti dovranno correre in orari europei – la gara si svolge in notturna – quindi dormiranno praticamente tutta la mattina e staranno svegli fino a tardi. Superata questa piccola difficoltà iniziale, le insidie ad ogni modo rimangono dietro l’angolo, trattandosi di un circuito particolarmente veloce nonostante sia cittadino. Non ha tratti particolarmente angusti né un rettilineo infinito come Baku, ma è comunque parecchio veloce e i muretti vicini preoccupano: l’ingresso della Safety Car è praticamente certo, tanto che, giunti quest’anno alla decima edizione del GP, la vettura di sicurezza è sempre scesa in pista in almeno un’occasione nelle altre nove. Le caratteristiche del tracciato, comunque, teoricamente si adattano più a Ferrari che a Mercedes e attenzione anche a Red Bull che qui potrebbe tentare il colpo gobbo, come fu a Baku (anche se favoriti dal caos) e a Monaco (dove furono più competitivi dei tedeschi): le velocità di punta sono elevate, ma la presenza di molte curve a bassa velocità dovrebbe aiutare italiani e austriaci più di quanto non faccia coi grigi di Stoccarda. Il tracciato è amato da Hamilton, vincitore qui nel 2009 e 2014, ma il trionfatore per eccellenza sulle strade di Marina Bay è proprio il suo rivale Vettel, che è salito sul gradino più alto del podio in ben 4 occasioni: 2011, 2012 e 2013 su Red Bull e 2015 su Ferrari. Ci attende una bella sfida, stavolta presumibilmente a 6.
Appuntamento al 17 settembre per il Gran Premio di Singapore, la prima sfida del trittico asiatico.