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Dal Singapore alla Malesia, da Marina Bay a Sepang: il diario di bordo del Mondiale 2017 di Formula 1.
LE ROUGE TAUREAU. La scuderia faentina, dopo l’annuncio del passaggio alla motorizzazione Honda per il 2018, continua a far parlare di sé, anche se purtroppo non per i risultati in pista. Si era detto prima di Singapore della trattativa, ormai vicina alla chiusura, tra Sainz e Renault che avrebbe portato il francese Gasly, terzo pilota Red Bull, a salire in monoposto al posto dello spagnolo. Invece, a sorpresa, la squadra italiana ha appiedato Kvyat, mentre l’approdo di Sainz alla scuderia di Enstone rimane per il momento bloccata dalle richieste di Palmer, di cui si scriverà tra poco. Una bocciatura che pare stavolta essere definitiva per il pilota russo, retrocesso lo scorso anno dalla casa madre Red Bull per far spazio al rampante Verstappen. Allora, però, i motivi erano perlopiù legati al non voler perdere l’olandese da parte di Red Bull, dato che il padre Jos aveva minacciato una possibile fuga in direzione Mercedes o Ferrari in caso di mancata promozione del figlio Max in breve tempo; oggi, invece, sembra che per Daniil il tempo della Formula 1 sia definitivamente concluso. Gasly scenderà in pista con il numero 10 e il suo compagno di squadra sarà, a meno di svolte clamorose, Sainz. Se invece lo spagnolo dovesse riuscire ad accasarsi in Renault a tempo di record, non stupirebbe l’utilizzo al suo posto dell’indonesiano Gelael, attuale terzo pilota Toro Rosso. Gasly manterrà con ogni probabilità il sedile il prossimo anno, mentre per l’altro, con Sainz destinato comunque a Renault per il 2018, se la giocheranno lo stesso Gelael e il giapponese Matsushita, pilota di casa Honda che potrebbe rientrare nel “pacchetto” motori.
JOLY“ON”. Le chance di vedere, però, Sainz approdare in Renault, come scritto precedentemente, sono a ora scarse, perlomeno per quel che riguarda questo Gran Premio. Il problema sarebbe una spropositata richiesta da parte di Palmer per abbandonare il sedile: l’inglese chiede infatti a Renault un risarcimento di ben sette milioni di dollari per liberare la propria monoposto. Ciò dimostra come Jolyon non sia assolutamente intenzionato a mollare, specie dopo aver ottenuto i suoi primi punti stagionali a Singapore (ottima gara per lui) e dopo aver sperimentato l’aumento di competitività di Renault in queste ultime gare. Sainz nel caso approderà a Enstone nel 2018 e nel frattempo resterà in Toro Rosso, anche se quello che ha da perdere in un’eventuale duello con Gasly è lui.
IL COMPAGNO DI STROLL. L’unico sedile libero di un team di medio-alto livello nel 2018 rimane uno dei due di Williams. Stroll è confermato, Massa non ancora e si gioca il sedile con Kubica e Di Resta. Corre voce però che il canadese stia provando ad ostacolare l’eventuale arrivo del polacco, probabilmente timoroso per la sua competitività, impedendogli di intraprendere un test con la FW36 del 2014 “costringendo” il team a spedire la monoposto direttamente ad Austin anziché lasciarla a disposizione di Robert su un tracciato europeo. Voci interne al paddock danno al momento in vantaggio, tra i tre, Paul di Resta, il terzo pilota che si è ben comportato nel weekend ungherese nonostante tre anni d’assenza dalla Formula 1 e la prima volta in assoluto in cui correva con una monoposto ibrida.
L’IMPRONTA DI LIBERTY MEDIA. Il nuovo proprietario della Formula 1, il gruppo Liberty Media, dopo essersi integrato nell’ambiente, continua a proporre novità per aumentare lo spettacolo, sia dentro la pista sia fuori. Non rimane inascoltato l’appello dei tifosi riguardo il suono delle vetture, ritenuto insufficiente (anche se dalle “aspirapolveri” del 2014 il passo avanti è stato comunque enorme) ed è allo studio un modo per aumentare i decibel delle power unit: si pensa a un microfono da collegare allo scarico. Riguardo invece lo spettacolo esterno alla pista, dopo aver notato la grande risposta dei fan all’evento londinese (e in misura minore anche a quello milanese, nonostante la non presenza di alcuni piloti di punta e delle vetture), con le monoposto che sfrecciavano in centro a Londra, Liberty Media ha intenzione di proporre più eventi di questo genere, portando però le monoposto della stagione in corso. Alcuni team, soprattutto Haas – presente nel circus dal 2016 – ebbero diverse difficoltà logistiche dovute al regolamento che imponeva loro di utilizzare vetture vecchie di almeno due anni, cosa che sarà cancellata se il percorso da utilizzare sarà di massimo 15 km. Una bella idea per cercare di riavvicinare il pubblico a un ambiente che negli ultimi anni è divenuto sempre più d’élite, riservato ai ricconi del Paddock Club.
WELCOME ASTON. Red Bull ha annunciato che dal 2018 il suo title sponsor sarà Aston Martin. Una bella novità per un grande marchio automobilistico che sbarca finalmente in Formula 1 dopo anni dalla prima notizia di un tentato approdo e chissà che in un medio futuro non rilevi l’intero team austriaco. L’ingresso, anche se per ora in punta di piedi, di un costruttore rappresenta un’inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni in cui molte grandi case hanno mollato – Renault (poi tornata lo scorso anno dopo 5 stagioni solo come motorista), Toyota, BMW, Honda – (con la sola eccezione di Mercedes) e può essere un bell’anticipo, dato che si parla insistentemente di un arrivo di Porsche dal 2021 se dovesse esserci un cambio di regolamento riguardante le Power Unit. E chissà che anche Audi non sia interessata a una nuova avventura e Toyota e BMW a un clamoroso ritorno?
SFIDA MONDIALE. A causa delle molte notizie trapelate in questi giorni di cui si è scritto, abbiamo trascurato la sfida tra Hamilton e Vettel, anche se il risultato di Singapore mette una seria ipoteca dell’inglese sul campionato, che ha raggiunto la massima distanza stagionale di punteggio tra i contendenti al titolo. Matematicamente, però, la sfida è più viva che mai. Il tracciato malese si sposa più con le caratteristiche Mercedes che con quelle Ferrari. Il terzo settore in particolare e metà del primo, caratterizzati da lunghi rettilinei, dovrebbero favorire le monoposto di Stoccarda. Ferrari potrà difendersi meglio nel secondo settore, un po’ più guidato, anche se tradizionalmente la Rossa, pur in annate meno fortunate di questa, in Malesia è andata bene. Occhio a Red Bull, però: anche il team austriaco ha in Sepang una delle piste più amate e potrebbe inserirsi nella sfida per il titolo.
Appuntamento al primo di ottobre per il Gran Premio di Malesia.