Dalla Russia alla Spagna, da Sochi a Barcellona: il diario di bordo del Mondiale 2017 di Formula 1.
FUORI I SECONDI. In Russia, dopo un weekend decisamente opaco in Cina e un miglioramento in Bahrain, sono salite alla ribalta le seconde guide dei due top team. Raikkonen è stato protagonista di un ottimo fine settimana, girando sempre sui tempi del caposquadra Vettel, risultato culminato con la seconda posizione in griglia per una prima fila tutta Ferrari – che non si vedeva dal 2008 – e il primo podio stagionale del finlandese. Il suo connazionale Bottas, invece, ha surclassato Hamilton conquistandosi il primo, meritato successo della carriera, sulla sua pista preferita, dopo 81 Gran Premi. A Barcellona c’è da aspettarsi una riconferma da parte di entrambi gli scandinavi: Raikkonen nei test invernali è volato e Bottas non è stato da meno.
BARCELLONA ANCORA GRIGIA PER HAMILTON? Non è passato inosservato il disastro di Hamilton in Russia, cosa che ha fatto quasi più rumore rispetto alla vittoria del suo compagno. Infatti, mentre Bottas festeggiava il trionfo, l’inglese non è nemmeno riuscito a salire sul podio e già a Sakhir aveva sofferto il compagno, in particolare in qualifica. Anche in partenza non mostrò tranquillità, facendosi sopravanzare da Vettel all’esterno e riuscendo a superare il compagno finlandese solo grazie agli ordini di scuderia. Lo scorso anno la corsa dell’inglese finì dopo tre curve contro il suo compagno d’allora Rosberg, che poi vinse il campionato e si trattava di un Hamilton in crisi psicologica nelle prime gare, come sembra essere anche oggi. La storia si ripeterà?
FRECCIAROSSA O FRECCIA D’ARGENTO? C’è curiosità tra gli addetti ai lavori per capire se la pole position ferrarista di Sochi sia stata un fuoco di paglia o meno. Del resto, Mercedes negli ultimi quattro anni ha lasciato solo quattro pole position in totale ai rivali (due a Ferrari, una a Williams e una a Red Bull) ed è probabile che, vedendo anche le precedenti gare di questa stagione, i tedeschi abbiano puntato a un assetto più da gara, sacrificando la qualifica. Ad ogni modo, mai come a Sochi c’è stata una lotta per la prima posizione così serrata in qualifica, con ben quattro piloti in lotta. Si spera che presto lo spettacolo si amplifichi ancor di più, con una lotta che coinvolga anche i due Red Bull.
RED B-ULL. La soprascritta lotta potrebbe avverarsi già sul circuito del Montmeló perché la scuderia austriaca scenderà in pista con una monoposto radicalmente diversa da quella vista sul Mar Nero, una versione B, ma talmente diversa dalla deludente – bisogna scriverlo – RB13, tanto da cambiare sigla in RB14. La vettura presenterà profonde rivisitazioni aerodinamiche e di assetto ed è stata completamente progettata da Newey, tornato a dedicarsi a tempo pieno al team di Milton Keynes dopo la parentesi invernale in Aston Martin. Anche intorno a questa novità c’è molto interesse soprattutto degli altri team, poiché Newey ha già dimostrato in passato di saper trovare soluzioni geniali, come gli scarichi soffiati sulla RB6 del 2011 che creavano una sorta di controllo di trazione naturale e quindi perfettamente legale. Ma anche topiche clamorose come la McLaren MP4-18 mai scesa in pista per problemi di affidabilità e fragilità strutturale. Verstappen e Ricciardo fremono: scopriremo in questo fine settimana se la loro attesa sarà stata ben riposta o vana.
LO SPETTACOLO A CENTRO GRUPPO. Una volta Haas, un’altra Williams, una ancora Renault, poi Toro Rosso. L’unica a spiccare un po’ sulle altre rimane Force India, ma in quest’inizio di stagione la lotta per entrare in zona punti sta mostrando tante belle lotte e molti protagonisti. Si ricordi, ad esempio, il sorpasso a tre a pochi giri dal termine a Melbourne per un risicato punticino del decimo posto, che ha visto protagonisti Ocon, Hulkenberg e Alonso. O lo stesso Hulkenberg che a Sochi ha percorso ben 41 dei 53 giri con gomme ultrasoft, riuscendo ad arrivare al 9° posto con questa strategia. Insomma, se le gerarchie al top sono delineate a ogni gara qualcosa in mezzo può cambiare. E se Honda dovesse riuscire a trovare un po’ d’affidabilità, farebbe piacere rivedere un lottatore come Alonso e un giovane velocissimo come Vandoorne combattere lì in mezzo.
ELVETICI&NIPPONICI. Honda stessa rischia fortemente di perdere McLaren viste le pessime prestazioni offerte dal motore dei giapponesi, che non solo fatica a chiudere le gare ma ha pure meno cavalli rispetto a Mercedes, Ferrari e Renault. McLaren sta trattando per un clamoroso ritorno con Mercedes, mentre in queste due settimane intercorse tra Sochi e Barcellona è stato ufficializzato il passaggio della Sauber dal 2018 dai motori Ferrari a quelli giapponesi. La scelta è stata probabilmente puramente economica, essendo quello svizzero un team molto in difficoltà e visti i prezzi inferiori di Honda rispetto ai motori di Maranello.
Gli spunti per vivere un altro appassionante weekend all’insegna della lotta in ogni posizione dello schieramento ci sono tutti. Si spera di vedere un’ottima gara in quel di Barcellona.