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Primo ‘monday review’ per il Mondiale 2018 della Formula 1. È iniziato il campionato al Gran Premio d’Australia con il successo della SF71H di Sebastian Vettel davanti a Lewis Hamilton e Kimi Raikkonen. Chi ha convinto e chi ha steccato nel week end dell’Albert Park?
È un inizio convincente di un Mondiale che ci piace: la nuova stagione è ripartita dalla lotta aperta fra Ferrari e Mercedes e perché no, anche con la Red Bull che, seppur a sprazzi, ha dimostrato di tenere il passo delle grandi. Tre scuderie con sei piloti vogliosi e motivati nel tentativo di centrare il podio in ogni week end, proprio quel podio che a Melbourne è stato colorato per 2/3 di rosso.
VETTEL CINICO – Sebastian Vettel conquista la vittoria numero 48 ed il centesimo podio in carriera. Una vittoria attesa e trovata con un pizzico di fortuna che ha permesso al tedesco di scacciar via le critiche alla SF71H dopo l’impressionante gap impostato dalla Mercedes di Lewis Hamilton in qualifica. Nessun sorpasso, nessun colpo di genio: Vettel è stato attento, preciso e cinico. Quando si è presentata la “variabile impazzita” del disastro Haas con doppio ritiro tenendo conto, soprattutto, della monoposto di Romain Grosjean sull’erba, Seb ha sfruttato al meglio il regime di virtual safety car. Sotto questa andatura, senza l’ingresso fisico in pista della safety car, tutti i piloti dovrebbero tenere lo stesso passo per non aumentare, tanto meno diminuire, il gap cronometrico presente poco prima del regime. Quando si presentano queste situazioni, la comunicazione fra il pilota e muretto box è fondamentale per sfruttare al meglio tutti quei micro-settori che ti possono portare un piccolo ma importante vantaggio poco prima che entri in gioco la VSC. Trovandosi in prima posizione, con il pit-stop ancora da effettuare, Seb ha guadagnato tanto in pista in quei pochi secondi precedenti alla virtual per poi dare una bella accelerata prima della linea della pit-lane, unica zona dove (trovandoci al sicuro da qualsiasi incidente) si può guadagnare qualcosa sul cronometro. Rientrando davanti a Lewis, la SF71H non è mai andata in difficoltà riuscendo a scappar via nei tratti guidati ed a non farsi attaccare sul rettilineo sotto DRS. Insomma, Seb e la Ferrari, vincono e convincono con quel pizzico di fortuna che non guasta mai.
LEWIS PASTICCIONE – Un week end all’insegna della perfezione rovinato da una serie di eventi e da un piccolo pasticcio sul finale di gara. Lewis Hamilton è passato dalle stelle, con tanto di risate e commenti ironici sugli avversari, alla testa bassa sul podio per la seconda posizione che sa tanto di sconfitta personale. A Melbourne, nel sabato di qualifica, è arrivata la settima pole position diventando così il pilota ad aver centrato il maggior numero di pole nel Gran Premio d’Australia. Ma la gara dell’Albert Park continua a rimanere un tabù: solamente due vittorie in dodici presenza per un circuito che rappresenta una vera e propria maledizione per il quattro volte iridato.
Partenza ok, difesa della posizione e tentativo di fuga: Lewis guadagna decimo su decimo costruendo un vantaggio che attorno al ventesimo giro si attesta sui 3-4 secondi. Attende la sosta di Kimi Raikkonen, entra il giro dopo e si riappropria della prima posizione virtuale (senza tener conto di Vettel, rimasto fuori in attesa di un’occasione a sorpresa). Il disastro Haas, però, non ha permesso ad Hamilton di rispondere all’affondo di Seb nella strategia pit-stop. Ed è così che sul traguardo Lewis vede spuntare il suo rivale dall’uscita dai box chiudendo con almeno due secondi di vantaggio che permettono a Vettel di disegnare perfettamente la prima curva e scappar via senza concedere il tentativo di sorpasso. Da quel giro in poi pura lotta: Hamilton insegue Vettel con dei “giri da qualifica” tenendo il gap al limite del secondo rientrando, talvolta, in zona DRS. Un lungo inseguimento, a tratti estenuante, che mette in grossa difficoltà la concentrazione del campione del mondo in carica e, soprattutto, la performance della sua Mercedes. La freccia d’argento cala sotto gli scarichi della Ferrari ed il volante “va in tilt” costringendo il britannico a settare alcuni comandi rapidamente ad oltre 250 km/h di velocità. Preso da una serie di cambiamenti nel settaggio Hamilton sbaglia, fa un bloccaggio in curva e perde sensibilmente terreno. Prova a recuperare ma la W09, dopo il grosso sforzo, non ne ha più ed allora Lewis rivede i suoi piani, rallenta e difende la seconda posizione dalla rimonta di Raikkonen e Ricciardo. Un fine settimana vissuto in altalena, dall’esaltazione alla testa bassa ma in fondo è solamente la prima di 21 gare.
VERSTAPPEN E BOTTAS, NON CI SIAMO – Dando una prima occhiata alla classifica costruttori troviamo Ferrari a quota 40 inseguita da Mercedes a 22 e Red Bull a 20. Gap di 2 punti dalla seconda alla terza posizione a fronte dell’attuale -18 e -20 dalla leadership della scuderia di Maranello. Risultati non soddisfacenti quelli portati a casa da Max Verstappen e Valtteri Bottas, i due compagni di team di Daniel Ricciardo (4°) e Lewis Hamilton (2°) che son mancati all’appello.
Verstappen sbaglia la partenza venendo clamorosamente beffato dalla Haas che durante tutto il Gran Premio va forte e non concede mai la possibilità del sorpasso. Nel suo inseguimento Max esagera e commette un errore da principiante con un testacoda sul cordolo che lo mette ai margini della top-10. Sfruttando il duplice errore del team Haas, l’olandese chiude la gara al sesto posto non riuscendo ad ingaggiare la lotta con la McLaren di Fernando Alonso. Un errore veramente banale in confronto alla gara superlativa di Ricciardo, partito dall’ottava posizione per una penalizzazione, piazzatosi quarto dietro a Raikkonen tenendo il passo della SF71H.
A differenza di Verstappen, Bottas partiva da una posizione completamente differente. Il finlandese ha rovinato il week end di gara nel sabato andando a distruggere la Mercedes nel Q3 con tanto di sostituzione del cambio, penalità di 5 posizioni e retrocessione sulla quindicesima piazzola. Valtteri lascia da solo Hamilton sotto le grinfie della Rossa e non riesce mai ad andare sui tempi del compagno di squadra facendo una fatica immensa nel duello con la Renault di Nico Hulkenberg. Un ottavo posto che regala alla scuderia tedesca solamente quattro punti, considerati quasi come un compitino visto il reale potenziale della W09.
Dall’Australia si volerà in Bahrain al circuito di Sakhir dove ci sarà la consueta gara serale sotto i riflettori. Nel 2017 Mercedes e Ferrari diedero vita ad un nuovo appassionante duello con Vettel che trionfò nel giorno di Pasqua. Appuntamento al week end 6-8 aprile per la seconda delle ventuno tappe del campionato mondiale.