L’attesa è finita. Domani con le prime conferenze stampa dei piloti dal circuito dell’Albert Park di Melbourne, prende il via la nuova lunga stagione della F1. Argento contro rosso per giocare sulla cromia, Mercedes contro Ferrari per dirla chiaramente. In Australia scopriremo la valenza dei test effettuati a Montmelò, dove i campioni in carica si sono nascosti sulla velocità massima, ma hanno mostrato una grande affidabilità della nuova W07, tranne che in una occasione. Le mescole più morbide portate dalla Pirelli, compresa la nuova super soft di colore viola, non sono state nemmeno usate. Per tutti sono i superfavoriti, anche per Bernie Ecclestone, il patron del Circus, che non è affatto contento del loro dominio. E così Niki Lauda, Toto Wolff e i due galletti hanno giocato un po’ al ribasso nel tentativo di accendere le speranze della Ferrari e di chi guarda la F1. Hamilton ha detto di essere rimasto impressionato dai tempi della SF16-H e di sperare che oltre al compagno di squadra (con il quale praticamente non parla più) ci sia anche Sebastian Vettel. Il tre volte campione del mondo, tra una lite al Casinò, un pericoloso video selfie sulla moto, e strimpellate varie al pianoforte, punta al quarto titolo iridato. Al momento però sembra più un rapper patinato ed esagerato. Se dovesse far ricredere gli addetti ai lavori, tutti molto scettici sulla sua concentrazione, passerebbe alla storia. Rosberg, pacato nei modi, meno con la lingua tagliente, ha ribadito che le rosse sono tornate molto competitive e che lotteranno insieme a loro per pole e gara. La W07 è solida e innovativa. Tante le modifiche, in particolare l’ S-Duct che migliora lo scorrimento dei flussi sotto la macchina a vantaggio dell’aerodinamica. Nei test sul circuito di Montmelò, il muretto e i piloti si sono concentrati sull’affidabilità trascurando la prestazione pura, segno che hanno molti cavalli in tasca per il sabato. Sono fin troppo tranquilli, come ha notato il presidente della Ferrari Sergio Marchionne. Non sentono il rumore dei nemici, ma hanno il problema del duello Hamilton-Rosberg. Il tedesco deve assolutamente vincere il suo primo titolo per non essere considerato una mezza schiappa, bravino tutt’al più. «Sono in modalità campionato del mondo e non voglio distrazioni» ha dichiarato il tedesco alludendo e sperando che la mondanità spiattellata sui social dal compagno di squadra sia il suo miglior alleato. Anche perché Hamilton non smetterà: «Prima ero molto serio e rigido, tutto girava attorno al lavoro. Ora ho un duplice obiettivo: essere il più forte in pista e al tempo stesso godermi la vita. Mi aiuta a mantenere alta l’adrenalina». Nel paddock in molti sono pronti a scommettere che l’anglocaraibico si brucerà e che se avesse come team-mate Vettel o Alonso non si permetterebbe di essere così smargiasso.
E veniamo allora alla nuova SF16-H. Al contrario di quella con la stella a tre punte, la vettura è tutta nuova: dall’aerodinamica al sistema di sospensioni anteriori, fino alla power unit che dovrebbe essere ben più potente di quella usata fino al 2015. Il lavoro svolto a Maranello è stato tanto, qualcuno pensa eccesivo, ma in fondo non aveva senso essere conservativi nell’anno che porterà alla rivoluzione normativa nel 2017, al più tardi 2018. Qualche attrito si registra tra il presidente Marchionne e il team principal Arrivabene: il primo esige pole e vittorie da subito, da domenica, il secondo è assai meno trionfalistico. È inutile fare proclami per poi fare brutte figure. Nella passata stagione si è andati oltre quelle che erano gli auspici del presidente Marchionne con le tre vittorie di Seb ed il terzo e quarto posto nella classifica piloti, ma il salto in alto fino al Mondiale sembra davvero troppo. Nonostante le dichiarazioni di Vettel: “Qualsiasi cosa che non sia un titolo non sarebbe sufficiente né per me né per il team”. Il presidente Marchionne ha messo il carico da novanta sul team principal Arrivabene e sui piloti: vuole pole position e vittorie, vuole una lotta vera per l’iride. E Niki Lauda crede sia possibile: «Tutti noi abbiamo visto il balzo in avanti della Ferrari. Il nostro vantaggio non sarà come un anno fa, stiamo parlando di tre, due decimi, forse uno. Sul passo gara siamo in linea». In verità, sia Vettel sia gli uomini in rosso ai box non condividono le fanfare, le prove spagnole hanno evidenziato velocità, ma anche peccati di gioventù nella PU. Il progetto è acerbo. A Maranello hanno fatto il ragionamento contrario della Mercedes: rischiamo tutto tanto dall’anno prossimo si riparte da zero. Sospensioni push-rod, parte posteriore smunta, pezzi della PU spostati e musetto corto con due canali per incrementare il carico aerodinamico posteriore e favorire la tenuta di strada e la velocità di percorrenza in curva.
Da giovedì – sul tracciato cittadino anomalo di Melbourne – si guarderà con grande curiosità la Red Bull di papà Newey. Il telaio sembra il più efficace grazie al retrotreno molto sfilato. L’enigma è ovviamente il motore Renault targato Tag Heuer. «La nostra preparazione è maggiore rispetto a un anno fa» ha dichiarato il beniamino di casa Ricciardo, reduce da una stagione di crisi. La battaglia in mezzo al gruppo si preannuncia divertente: la Williams (avrà abbastanza risorse per sviluppare la vettura?) è ambiziosa e sfida apertamente la Force India per il podio, mentre la Toro Rosso, che non avrà la Power Unit Ferrari versione 2016, punta a essere la quinta forza del Mondiale. Non una chimera per chi ha in squadra il fuoriclasse Max Verstappen: «Sono felice di essere qui, mi sento in famiglia, ma presto vorrei andare in un top team». La Ferrari ha un’opzione. Alonso oggi c’è, domani forse: «Se mi diverto resto altrimenti mi fermo. Penso a Le Mans e alla 500 Miglia di Indianapolis». L’obiettivo della McLaren è la zona punti a ogni gran premio, da metà stagione spera nel podio, ma al momento non sa neppure a che punto è rispetto agli avversari.