Questa volta non ci sono dubbi: questa volta ha vinto il manico e non la macchina. La Red Bull si gode il suo fenomeno, è questo adesso il mantra nel mondo della F1, dove tutto si è rovesciato rispetto alle ultime stagioni, quando era Max Verstappen a godersi una vettura imprendibile. Ora, invece, l’olandese deve sopperire alle piccole difficoltà di una monoposto che, pur essendo comunque molto competitiva, non è più la più veloce e la più prestazionale in pista. Ma ha ancora il pilota più forte e completo e il team più rapido nel prendere le decisioni chiave e sempre poco propenso all’errore gratuito. E’ questo quanto fa emergere in modo lampante la bella gara della Spagna, incerta fino alla fine per quasi tutte le posizioni, e con distacchi minimi. Ancora una volta è però Super Max a trionfare e il quarto titolo si avvicina, ma ci sarà da sudarsela anche nella gara di casa per il suo team in Austria la settima prossima. Distacchi minimi e una McLaren che la butta un po’ via: non è la prima volta quest’anno, e se da una parte il team di Woking può sicuramente essere soddisfatto per il salto di qualità che ha portato la vettura arancione a essere la più completa in pista, e con due piloti forti, dall’altro non capitalizzare appieno e dover recitare il ruolo di eterni secondi sta un po’ stretto. La partenza però condanna ancora una volta Norris, che poi prova a uscire fuori dal giro canonico dei pit stop, strategia che non paga più di tanto nonostante la rimonta nel finale. Insomma, Verstappen e il suo team la vincono da fuoriclasse, ma è la vittoria degli umani, perché la macchina più forte è la McLaren e di questo passo i rapporti di forza potrebbero davvero bilanciarsi diversamente da qui alla fine se la tendenza è questa.
La tendenza dice anche che la Mercedes sta migliorando e crescendo. Hamilton e Russell è una gran coppia di piloti e con il terzo e quarto posto di oggi anche il Mondiale costruttori respira per il team guidato da Toto Wolff. La qualifica fa tanto e partendo dalla seconda fila è più facile arrivare sul podio con il vecchio leone britannico che vuole salutare bene il team con il quale ha dominato per diverse stagioni e nel quale nelle ultime ore è finito al centro di una strana storia legata a un presunto boicottaggio nei suoi confronti. Quarto, ma con enormi applausi, il più giovane compagno: quanto fatto al via, quando si prende la leadership superando Verstappen e Norris in una sola curva è clamoroso, ma anche il modo in cui ha tenuto botta nei confronti di Norris è da campione.
Insomma, la Red Bull vince, la McLaren si conferma fortissima, la Mercedes piazza due vetture nelle prime quattro. Sorridono tutti, tranne la Ferrari. Ancora una delusione, ancora un boccone amaro che forse fa più male degli zero punti del Canada. Lì si è parlato di presunti problemi alle vetture, qui la competitività c’è stata. Sì, ma solo tra i due stessi compagni, che prima si toccano in pista e poi innescano un duello rusticano anche ai microfoni. Leclerc chiude quinto e per un giro non riesce a passare Russell, Sainz sesto nella gara di casa. Insomma, una delusione che rischia pure di incidere sulle prossime gare, almeno per quanto riguarda la convivenza a breve scadenza tra il monegasco e lo spagnolo. E poi, l’errore strategico con Leclerc, tenuto in pista per sette giri in più dei rivali, salvo poi fargli montare la media senza dunque provare a sparigliare le carte: a Maranello si è un po’ in confusione quando un mese fa sembrava pronta la svolta. Insomma, un quinto e sesto posto di partenza che diventa un quinto e sesto posto alla bandiera a scacchi. Ma quale lotta per il Mondiale? La Ferrari è la quarta macchina oggi e così non si va da nessuna parte.