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L’ormai ex pilota russo licenziato dalla Haas, Nikita Mazepin, non ci sta. Il rampollo della dinastia Mazepin, che controlla l’impero “Uralkali” (società semi-partecipata russa nel campo dell’industria chimica), torna infatti all’attacco in un’intervista a BBC News dove sostiene una tesi quantomeno stravagante. “Sono contro il mio licenziamento. Forse – ha aggiunto Mazepin – questo non è il momento giusto per sottolineare certe cose ma, se guardiamo la situazione nel complesso, quello che sta accadendo agli atleti russi è una forma di cancel culture contro il mio Paese”. Per giunta, l’ex Haas ha fondato l’associazione “We Compete As One”, che ha come scopo quello di sostenere gli atleti russi oggetto dei provvedimenti del Comitato Olimpico internazionale (CIO).
Mazepin scalpita per tornare a correre, ma sembra ormai che tra lui e l’abitacolo della monoposto statunitense si sia messo di mezzo un abisso. Tuttavia, il figlio di Dmitry Mazepin non può forzare più di tanto la mano. In Russia è infatti proibito parlare negativamente di quella che Putin chiama “Operazione militare speciale” contro l’Ucraina. E dalle sue parole si intuisce come, dalle parti di Mosca, si fatichi ormai sempre più a esprimere liberamente la propria opinione. “Anche per me è molto doloroso guardare ciò che arriva dal conflitto. Sono un essere umano – ha detto per glissare sull’argomento Mazepin – e voglio vivere in un mondo dove ci sia la pace. Ma voglio essere sincero: ci sono grossi rischi a parlare a riguardo, dunque, ho deciso che non ne farò parola”.
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