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“Ho passato giorni bui, in cui mi sentivo l’uomo più odiato del pianeta. Ho ricevuto minacce di morte, da persone che promettevano di prendersi cura di me e della mia famiglia. Ricordo ancora benissimo quando passeggiavo per le strade di Londra, un giorno o due dopo la gara: ho iniziato a guardarmi alle spalle, a chiedermi se le persone che avevo dietro mi avrebbero attaccato“. Questa la testimonianza di Michael Masi rivelata in un’intervista rilasciata al Daily Telegraph di Sydney. L’ex direttore di gara di F1 si è reso protagonista della stagione 2021 per una serie di scelte quantomeno discutibili, con l’apice toccato ad Abu Dhabi, quando, per la decisione inedita (con il relativo cavillo sistemato in vista della nuova stagione) di non far sdoppiare le monoposto alla ripartenza del Gp, ha di fatto consegnato la vittoria del mondiale nelle mani di Max Verstappen e a discapito di Lewis Hamilton. Vicenda che comunque, ovviamente, non può giustificare le minacce subite da Masi, che ha ammesso che avrebbe fatto meglio a rivolgersi ad uno psicologo: “Ho ricevuto centinaia di messaggi. Erano scioccanti, razzisti, offensivi, meschini. E c’erano minacce di morte sul mio account Facebook e soprattutto su LinkedIn, che dovrebbe essere una piattaforma professionale. Sempre lo stesso tipo di insulti. Non sono andato da uno specialista, ma con il senno di poi avrei dovuto consultarlo“.
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