
Eddie Jordan - Eric Alonso/DPPI/IPA Sport 2
Il mondo della F1 è in lutto per la scomparsa di Eddie Jordan. L’ex manager irlandese è morto all’età di 76 anni, e a dicembre aveva rivelato di essere malato di cancro alla prostata, diffuso alla colonna vertebrale e al bacino. A renderlo noto è la stessa famiglia: “È con profondo dolore che annunciamo la morte di Eddie Jordan OBE, ex proprietario di una squadra di Formula 1, commentatore televisivo e imprenditore. È morto serenamente, circondato dalla sua famiglia, a Città del Capo, nelle prime ore del 20 marzo 2025, all’età di 76 anni, dopo aver lottato per 12 mesi contro una forma aggressiva di cancro alla prostata. EJ portava con sé una grande quantità di carisma, energia e fascino irlandese ovunque andasse. La sua assenza lascia un vuoto enorme e ci mancherà tanto. Tuttavia, ci lascia con tantissimi ricordi fantastici che ci aiuteranno a sorridere nel nostro dolore“.
La carriera di Eddie Jordan
La squadra di Jordan, che portava il suo nome, ha preso parte a 250 gare tra il 1991 e il 2005, vincendo quattro volte. Il miglior risultato della squadra è stato al Gran Premio del Belgio del 1998, con Damon Hill vincitore davanti al compagno di scuderia Ralf Schumacher. Inoltre, Jordan ha fatto esordire in F1 anche Michael Schumacher, nel GP sempre del Belgio nel 1991, una gara che segnò l’inizio della carriera leggendaria di Schumi. L’ultima vittoria della Jordan risale invece al 2003, quando Giancarlo Fisichella vinse in Brasile.
Jordan ha venduto la sua squadra di F1 nel 2005 alla Midland (poi Spyker, Force India e infine l’attuale Aston Martin) ma è tornato nel paddock quattro anni dopo come parte della copertura televisiva della BBC. Successivamente ha lavorato come commentatore per Channel 4 e brevemente come presentatore di Top Gear. All’inizio di quest’anno, Jordan ha guidato un consorzio che ha acquistato il London Irish rugby club, e ha anche contribuito a chiudere l’accordo da 20 milioni di sterline a stagione per il designer di F1 Adrian Newey, passato dalla Red Bull all’Aston Martin.
Nel suo podcast Formula For Success con l’ex pilota di F1 David Coulthard, dove aveva rivelato la diagnosi di cancro a dicembre, Jordan aveva detto: “Questo è un piccolo messaggio per tutti voi che ascoltate: non perdete tempo, andate a fare i controlli. Nella vita avete delle opportunità, quindi fatelo. Non siate stupidi, non siate timidi. Curate il vostro corpo“.
I messaggi di cordoglio
Il CEO della F1, Stefano Domenicali, ha espresso il suo cordoglio da Shanghai, prima del Gran Premio di Cina: “Siamo profondamente rattristati nel sentire della perdita improvvisa di Eddie Jordan. Con la sua energia inesauribile, sapeva sempre far sorridere le persone, restando genuino e brillante in ogni momento. Eddie è stato un protagonista di un’era della F1 e ci mancherà profondamente. In questo momento di dolore, i miei pensieri e quelli dell’intera famiglia della Formula 1 sono con la sua famiglia e i suoi cari“.
Anche il team principal della Red Bull, Christian Horner, ha ricordato Jordan: “Sono molto dispiaciuto di sentire della morte di Eddie Jordan. Era un personaggio molto vivace, e l’ho incontrato per la prima volta nel 1991 come giovane pilota nella sua nuova fabbrica, dopo il suo primo anno in Formula 1. Il suo consiglio era semplice: ‘Trova un buon sponsor… Benvenuto nel Club dei Piranha!’ Sono stato fortunato a incrociare il suo cammino quando sono arrivato in Formula 1. Era alla fine della sua carriera da pilota (addirittura cercò di vendermi la sua squadra!), ma si dedicò ad altre attività dove portò sempre la sua energia e il suo divertimento nel lavorare insieme. La Formula 1 ha perso una leggenda e ci mancheranno il suo spirito e il suo fascino irlandese“.