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Così non va. E non importa di chi sia la colpa, quel che conta è che la Ferrari perde un’altra occasione per provare a crescere in vista del 2020 che dovrebbe prospettarsi come l’anno del riscatto, l’ennesimo per la scuderia di Maranello che non vince il titolo piloti dal 2007 e quello per i costruttori dalla stagione successiva. Il contatto tra Leclerc e Vettel in Brasile è l’ennesimo episodio di una stagione che in fin dei conti è disastrosa per la Rossa: al restart dopo la safety car poteva essere un’occasione d’oro sia per il monegasco che per il tedesco per andare a caccia del podio, invece entrambi si toccano e terminano anzitempo la gara. Un vero e proprio disastro in un weekend in cui, a differenza di Austin, la Ferrari aveva dimostrato un buon passo gara e poteva giocarsi le proprie chance.
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Ancora una volta, però, Leclerc e Vettel dimostrano di non andare particolarmente d’accordo. Due personalità troppo ingombranti, forse, di certo la voglia di entrambi di primeggiare sull’altro, non solo dal punto di vista della classifica piloti che ora vede Verstappen, splendido vincitore a Interlagos, sfruttare l’auto eliminazione dei due rivali per allungare in chiave terzo posto. I miglioramenti della Ferrari passano anche dal miglioramento nel rapporto tra Leclerc e Vettel. Il primo parla di maturità dei due piloti nell’analizzare a freddo la situazione, ma il salto di qualità deve arrivare in pista: la maturità serve soprattutto in gara, per evitare di rovinare altre gare sacrificandole sull’altare degli interessi personali. Nel 2020 vietato sbagliare: se la macchina sarà competitiva, anche i piloti sono chiamati a esserlo, senza errori e senza disastri. Solo così la scuderia di Maranello potrà davvero insidiare una Mercedes che, per esempio, in Brasile ha avuto diversi problemi. Sul podio, però, troviamo Red Bull e Toro Rosso.
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