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“Io non mollerò mai, questa è sempre stata la mia mentalità. Voglio diventare campione del mondo, ci crederò finché non sarà matematicamente più possibile”. Charles Leclerc – sei pole in 8 gran premi ma 2 soli successi e due ritiri – non arretra di un centimetro con le sue ambizioni stagionali. In un’intervista a Repubblica parla del suo momento: “Io so bene cosa vuol dire e cosa si sente quando si vince, è una delle poche cose che mi danno una felicità così grande. È questo che ogni mattina mi spinge ad allenarmi. Quest’anno avremmo dovuto avere più successi di quelli che abbiamo per i motivi che conosciamo, ma sono sicuro che è solo una questione di tempo per tornare dove vogliamo essere”.
Leclerc è uomo da carta e penna: “Scrivo tutto, i miei feeling sulla macchina e le cose che voglio provare in pista. Mi vengono tante idee così me le appunto per non dimenticarle. E le scrivo a penna così sono certo di ritrovarle, prima usavo una app sul tablet che spesso mi cancellava tutto”. Poi si passa a temi extra pista. Per lui e Sainz anche un ruolo da doppiatori. Leclerc doppiato un personaggio nel film della Disney Pixar, Lightyear – La vera storia di Buzz. Nel film c’è un bacio tra due donne. “Per me l’omosessualità è una cosa completamente normale, ho amici gay, non capisco come oggi ci siano persone che non comprendono che l’amore è per tutti. La F1 deve dare una mano a chi non ha una voce così potente per esprimere le difficoltà nella vita di tutti i giorni”.
Tra i tanti appellativi che gli hanno dato dice di preferire quello che gli diede il padre da piccolo: “Quello che mi piace di più è quello che mi diede mio padre, pins à roulettes quando ho iniziato a correre, avevo 4-5 anni, ero tutto piccolo e si vedeva solo il casco grande“. Sui segreti del successo: “Servono velocità, precisione, concentrazione. E coraggio. Prendiamo Gedda: pista molto veloce, muri vicini. Lì senti il rischio che stai prendendo ma devi andare e non pensarci, questo è quello che mi piace di questo sport. So che è pericoloso, ma a me piace giocare con i limiti. Non ho mai avuto paura, anche se riguardando gli incidenti mi dico che sono stato fortunato”.
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