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“Non posso ignorare il fatto che l’anno scorso sia stato molto pesante per me. Ho cercato di istruirmi su fatti che accadono nel mondo e non mi sono fermato nel corso dell’inverno. Non restare in silenzio mi ha dato grande energia e responsabilità. Inginocchiarmi prima di una gara è stato molto importante per far capire agli afro-americani che sono dalla loro parte”. Lewis Hamilton non trascura il suo grande impegno nel campo dei diritti umani alla vigilia del GP del Bahrain. “Io voglio dare il mio contributo e aiutare, è bello vedere i passi intrapresi da F1 e Mercedes. I bambini magari chiederanno ai genitori o insegnanti il motivo e di lì potrebbero nascere discussioni – prosegue il pilota della Mercedes, campione del mondo in carica, in conferenza stampa – Il Bahrain? Non sono io a scegliere dove correre. Ci sono problemi in tutti il mondo, ma non credo si debba andare in certe nazioni divertendosi e ignorando problematiche del genere”.
Nella scorsa stagione, Hamilton affermò di voler discutere con il principe della corona dei problemi del Bahrain, gara saltata poi per la positività al covid. “Ho trascorso del tempo parlando con esperti legali e di diritti umani, oltre che con organizzazioni – sottolinea il britannico – Al momento credo che siano stati fatti pochi passi ma in privato ed è questa la strada giusta per non compromettere il resto”. Tornando alla pista, il sette volte iridato è fiducioso nonostante dei test in ombra. “Siamo nelle migliori condizioni possibili considerando che abbiamo avuto solo tre giorni. Abbiamo raccolto tanti dati cercando di analizzare i numeri e classificarli nel modo giusto, sono ottimista. Credo ci siano tanti team che sono sembrati molto forti e che ci sarà una battaglia più serrata rispetto allo scorso anno”, conclude Hamilton.
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