Formula 1

F1, GP Spagna 2018: le pagelle, Hamilton superlativo. Pasticcio Ferrari

Lewis Hamilton - Foto Bruno Silverii
Lewis Hamilton - Foto Bruno Silverii

Le pagelle del Gran Premio di Spagna, quinta tappa del Mondiale 2018 della Formula 1. Lewis Hamilton si aggiudica la vittoria al circuito della Catalogna davanti a Valtteri Bottas e Max Verstappen. Ferrari per la prima volta giù dal podio con Sebastian Vettel quarto e Kimi Raikkonen costretto al ritiro per un problema tecnico.

LEWIS HAMILTON: 10 – Prova di forza in qualifica, è l’unico (insieme al compagno) a fare un ottimo tempo con le supersoft e segnare la pole. Non molla più il primo posto dominando (anche se su questa gara rimarrà la lunga ombra del cambio di battistrada da parte di Pirelli). Poco da dire se non “bravo”.

VALTTERI BOTTAS: 8,5 – Anche lui riesce a far funzionare le supersoft e si schiera 2°. Si ferma al giro 20 per tentare di passare Vettel, ma un errore di posizionamento al pit lo costringe a rimanere dietro al tedesco e anche a Magnussen, di cui si riesce a liberare al giro successivo, ma è a due secondi dal ferrarista. Poi torna 2° grazie al suicidio rosso e Verstappen è troppo lontano per impensierirlo.

MAX VERSTAPPEN: 8 – Precede il compagno in qualifica di soli due millesimi ed è 5°. Al giro 36 è ai box per mettere le medie. Guadagna il podio virtuale su Vettel quando il tedesco si ferma, poi tampona Sirotkin in regime di Virtual Safety Car e perde un pezzo, ma la cosa non lo tange e mantiene il 3° posto.

SEBASTIAN VETTEL: 7 – Ottiene un super tempo con le gialle in qualifica ed è 3° a un decimo da Hamilton. Bravissimo in partenza a scavalcare Bottas all’esterno. Al giro 18 si ferma per montare le medie, ma la strategia non pare funzionare, ma sfrutta l’errore del box Mercedes per rimanergli davanti e in più sorpassa Magnussen allo stesso giro, frapponendolo tra sé e il finlandese per un giro. Si ferma di nuovo al giro 42, venendo sorpassato da Bottas e anche da Verstappen. Disastro più al muretto che per lui, strategia disastrosa e 4° al traguardo.

DANIEL RICCIARDO: 6,5 – Parte dal 6° posto, fregato al pelo da Verstappen. Al giro 34 si ferma per montare la media e torna 5° dal 3° posto che teneva dopo le soste di Vettel e Bottas. Anche lui si ferma durante la Virtual Safety Car e mantiene il 5° posto. È a 20 secondi da Vettel e ne ha 40 di vantaggio su Magnussen e amministra. 5° alla fine.

KEVIN MAGNUSSEN: 8 – Ottimo 7° posto per il danese, che distrugge sul giro secco il compagno. In gara lo induce all’errore e il francese fa strike, poi mantiene agevolmente la posizione, sempre abbastanza isolato. Sale 6° col ritiro di Räikkönen e lì resta.

CARLOS SAINZ: 7 – 9° posto per l’alfiere Renault, che salva la faccia della squadra francese di sabato dopo il disastro di Hülkenberg. Scavalca Alonso dopo l’incidente di Grosjean e sale al 7° posto col ritiro di Räikkönen. Chiude lì, con qualche apprensione nel finale per il motore, ma a ben 37 secondi da Magnussen.

FERNANDO ALONSO: 7 – Nella gara di casa si esalta in qualifica e ottiene un ottimo 8° posto. La sua gara è lineare, ma l’incidente di Grosjean lo costringe ad allargarsi e a perdere la posizione da Sainz e Leclerc. Sceso 10°, si ritrova 9° dopo il ritiro di Räikkönen. Lotta tutta la corsa col francese. È bravo a sfruttare la ripartenza per sorpassarlo al giro 38. Da molto non si vedeva una gara in cui lo spagnolo è rimasto solidamente in zona punti per tutta la durata e senza difficoltà. Chiude 8°.

SERGIO PÉREZ: 7 – Entra in Q2, ma la Force India non è il missile di Baku e chiude il sabato 15°, alle spalle del compagno di squadra. I ritiri lo aiutano, lui il suo lo fa ai danni di Leclerc e si ritrova al 9° posto, dove conclude, senza avere duelli.

CHARLES LECLERC: 7 – Bravissimo il francese a centrare ancora il Q2 con la vettura che dovrebbe essere la cenerentola del gruppo (anche se Williams sta facendo di tutto per giocarsi questa palma), chiude la qualifica 14°. Sfrutta il caos provocato da Grosjean per salire in zona punti e ci resta. Bravissimo a sfruttare il caos al via per ritrovarsi 9°, poi 8° dopo il ritiro di Räikkönen. Alonso ci prova in tutti i modi, ci riesce con la furbizia del veterano alla ripartenza della Virtual Safety Car. Poi spiattella le gomme e lo passa anche Pérez, ma arriva comunque in zona punti, 10°.

LANCE STROLL: 6 – La Williams è letteralmente inguidabile e si prende decimi su decimi pure da Sauber e Toro Rosso. Commette un errore nel tentativo di qualificarsi in Q2 andando oltre i propri limiti e termina le qualifiche 19°, alle spalle anche del compagno, nella ghiaia, dopo che nelle libere già si era preso, comunque, un secondo da Kubica. Grazie ai ritiri degli altri arriva ai margini della zona punti, ma non è casuale che la squadra inglese sia l’unica a terminare la gara con entrambe le vetture, ma entrambe fuori dai punti. Oggettivamente non può fare di più. È 11°.

MARCUS ERICSSON: 6 – Ora che Leclerc ha iniziato a fare sul serio su piste che già conosce, lo svedese sta iniziando regolarmente a prenderle dal punto di vista della prestazione pura. Per la seconda volta il francese passa in Q2, mentre Marcus non va oltre il 17° posto. In gara è 12°, più grazie ai ritiri altrui che per meriti propri, fatto sta che Leclerc arriva nuovamente a punti, lui no.

BRENDON HARTLEY: 5,5 – L’errore al termine delle libere 3 è decisivo per lui: distrugge la sua vettura e i meccanici non hanno il tempo materiale per ripararla per le qualifiche. Parte ultimo, col caos provocato da Grosjean guadagna qualche posizioni, ma rapidamente scende nuovamente. Precede il solo Sirotkin dopo tutti i problemi accusati dal russo, non ha neppure un termine di paragone in Gasly, visto il ritiro del francese.

SERGEJ SIROTKIN: 5,5 – A differenza del compagno ha il merito di non sbagliare durante il weekend, ma la vettura che guida è poco competitiva ed è già un complimento. È 18° in griglia. Al via è bravo a evitare Grosjean frenando, anche se poi si ritrova ultimo. È inquadrato solo quando viene preso da Verstappen in regime di Virtual Safety Car e si gira subito dopo, con la gomma forata. Con quella sosta in più si allontana decisamente da Hartley e chiude 14°, ossia ultimo.

STOFFEL VANDOORNE: 6 – Passa all’ultimo momento utile in Q2 escludendo Hülkenberg. Rimane, di contro, escluso dalla Q3 proprio per mano del compagno Alonso; ad ogni modo, buona prestazione sul giro secco per il belga. Si ritira al giro 47 per un problema – pare – al cambio, ma era lontano dal Fernando.

ESTEBAN OCON: 5,5 – Prestazione accettabile in qualifica, precede il compagno di squadra di ben due posizioni: è 13° al via. Gara anonima, sale in zona punti in virtù della strategia, ma poi crolla finché si ritira per un problema al motore al giro 36.

KIMI RÄIKKÖNEN: 6 – 4° in griglia, fa il suo con le gialle venendo preceduto solo dal compagno (uno, come Hamilton, difficilmente battibile sul giro secco). Mantiene il 4° posto finché al giro 25 accusa problemi tecnici, perdendo potenza ed essendo costretto al ritiro.

NICO HÜLKENBERG: SV – Vedere una Renault uscire in Q1 quest’anno è un evento, il tedesco è martoriato da problemi tecnici e non passa il turno perché escluso da Vandoorne sul filo di lana: parte 16°. Viene centrato in pieno da Grosjean al via.

PIERRE GASLY: SV – Al termine del Q2 è l’unico tra i piloti della knock-out zone a migliorarsi e riesce a tirarsi su dal 15° al 12° posto. Anche lui è preso in pieno dalla vettura impazzita di Grosjean.

ROMAIN GROSJEAN: 1 – Un 10° posto in griglia che nella scorsa stagione sarebbe stato un ottimo risultato, ma vista la prestazione di Magnussen è un brodino. Si gira da solo come un debuttante alla curva 3 tentando di prendere il #20 e attraversa la pista senza controllo rischiando di prendere Alonso (bravo ad allargare) e centrando in pieno Hülkenberg e Gasly. Va detto che Magnussen lo induce all’errore, ma lui tenta di rigirarsi subito in mezzo al caos. Un folle.

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