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Le pagelle del GP di Singapore 2018, quindicesima tappa del Mondiale di F1. Trionfa ancora una volta Lewis Hamilton, che stacca di altri dieci punti Sebastian Vettel, terzo oggi e a quaranta lunghezze di distanza in classifica. Secondo posto oggi per un ottimo Max Verstappen. Ecco i voti di Sportface.it ai protagonisti della gara.
LEWIS HAMILTON: 10 – Il giro con cui si prende la pole il sabato è qualcosa di fantascientifico. Parte normalmente e la partenza non buona di Verstappen gli permette di scappare subito, poi entra la Safety Car. Alla ripartenza on ha alcun problema a mantenere la leadership. Dal giro 12 inizia a spingere e crea un gap di 3 secondi nei confronti di Vettel finché il ferrarista si ferma. Hamilton risponde il giro successivo, il 16, montando le soft, rientra 5° davanti a Pérez. Durante delle fasi di doppiaggio perde tantissimo tempo e Verstappen gli si fa sotto, ma riesce a difendersi. Insomma, un dominio. Tanto inaspettato quanto pesante.
MAX VERSTAPPEN: 9,5 – La sua qualifica è fantasmagorica, ma Hamilton fa qualcosa di inumano e riesce a precederlo, costringendolo al 2° posto. Al via non parte bene, è attaccato da Vettel in curva 1 e riesce a difendersi, poi in curva 7 viene superato. Si ferma al giro 18, rientra davanti a Vettel. Si avvicina molto a Hamilton in un momento di traffico e ci prova, ma non riesce nel sorpasso. Gara praticamente perfetta, non fosse per il sorpasso subito da Vettel al via che gli costa mezzo punto, ma bravissimo. Ottimo 2° posto.
SEBASTIAN VETTEL: 6 – Il tedesco è un po’ una delusione in questa gara, si pensava dovesse prendersi la pole abbastanza agevolmente o, alla peggio, in una lotta col compagno e Verstappen, invece si ritrova in seconda fila, 3°. Al via attacca Verstappen e lo passa in curva 7. È il primo a rientrare, al giro 15 e monta le ultra soft, tornando in pista 7°. Al giro 17 sorpassa Pérez, ma nel giro passato dietro al messicano perde tantissimo, così Verstappen gli rientra davanti. Inizialmente non ha ritmo, probabilmente perché in gestione gomme. Poi però non ha un minimo lampo, dimostra di essere decisamente spento. Sufficienza risicatissima, raggiunta giusto per il podio: 3° posto per lui.
VALTTERI BOTTAS: 6 – Non ha mai, in qualifica, il ritmo del compagno e il 4° posto è una naturale conseguenza. E fa comunque il suo, perché nei pronostici sarebbe dovuto partire 6°. Mantiene la posizione dopo la partenza. Al giro 18 rientra ai box, mette le soft ed è 7° dietro a Pérez. Decisamente spento come anche Vettel, le prende malamente dal compagno di squadra. Resta comunque il primo dei secondi piloti dei top team, 4°.
KIMI RÄIKKÖNEN: 6 – Come per Vettel, anche il suo 5° posto è una completa delusione nel sabato singaporiano. La sua partenza è regolare e mantiene la posizione. Rientra al giro 23 e monta le ultra soft. Rientra alle spalle di Bottas, al 6° posto, con le soft. Segue il connazionale della Mercedes per tutta la gara, sempre con un distacco tra il mezzo e i due secondi, ma senza mai riuscire a prenderlo davvero. La Ferrari stranamente non è a proprio agio tra i muretti di Singapore, ma né lui né Vettel ci mettono qualcosa di proprio. Al termine è 5°.
DANIEL RICCIARDO: 6 – Accusa sei decimi da Verstappen in qualifica e tra i due si pongono anche le Ferrari e Bottas, di conseguenza si ritrova a partire 6°. Quasi prende Räikkönen al via, ma poi gli si accoda. Al giro 27 torna ai box e mette la ultra soft, rientrando 6° dietro a Räikkönen dopo aver comandato il gruppo per qualche tornata. Al rientro, a suon di giri velocissimi, riprende i finlandesi davanti a lui ma anch’esso non riesce a sorpassare. Verstappen lo distrugge: è 6° al traguardo.
FERNANDO ALONSO: 9 – La stoffa del campione a Singapore è fondamentale e lo spagnolo la mette in mostra: si qualifica 11°, sfiora il Q3 mentre il suo compagno naviga in fondo alla griglia. Parte bene, scavalcando Hülkenberg e l’incidente di Ocon gli fa guadagnare un’altra posizione. Anche in gara, con un’ottima strategia e buonissimi tempi, è 7°, primo degli altri, con anche un buon vantaggio su Sainz, stampa perfino un giro veloce, prima di essere battuto da Magnussen. Bravissimo. Ci mancherai, Fernando.
CARLOS SAINZ: 7 – Rimane escluso dal Q3 a differenza del compagno, è 12° in griglia. Alla partenza passa il compagno e si prende il 10° posto. È autore di un bel sorpasso ai danni di Ericsson, poi chiude 8°. Buona gara per il futuro pilota McLaren.
CHARLES LECLERC: 7 – Il neo pilota Ferrari sbatte la sua Sauber nelle libere, ma poi si riprende bene e infligge sette decimi al compagno in qualifica, schierandosi nella piazzola numero 13. Rimane accodato a Ocon e così facendo viene infilato da Gasly. Al giro 27 approfitta di un paio di bloccaggi di Gasly per scavalcarlo. Dopo il pit, non inquadrato, ha un problema di non si sa quale natura e si ritrova 11°. Con le soste degli altri sale 9°, a sandwich tra le Renault.
NICO HÜLKENBERG: 6,5 – Il tedesco entra in Q3, ma non riesce a fare meglio del 10° posto. Al via perde due posizioni da Alonso e Sainz. Rientra al giro 16 ai box e mette le ultra soft.
MARCUS ERICSSON: 6 – Lo svedese le prende nuovamente dal compagno in qualifica, nonostante questi sia un debuttante e abbia anche sbattuto nelle prove; e non di poco: sono sette i decimi di distacco ed è 14° al via. Perde la posizione al via a favore di Gasly a causa dell’incidente tra le Force India. La sua gara è buona, lotta col compagno e le Renault. Rimane però che una di queste quattro macchine debba restare fuori dai punti e non rimane comunque un caso, rispetto ai tre talenti delle altre tre vetture, che l’escluso sia lui. Chiude 11°.
STOFFEL VANDOORNE: 7 – Ormai siamo abituati a vederlo arrancare in fondo, davanti alle sole, disastrose, Williams: è 18° al via, preceduto di poco da Hartley. Al via viene scavalcato da Sirotkin. Il belga è autore di una buona gara, certamente non ai livelli di Alonso, ma almeno lo si vede a centro classifica. Al termine è 12°.
ROMAIN GROSJEAN: 6,5 – Distrugge Magnussen in qualifica, entra in Q3 e ottiene l’8° tempo. Al via taglia la prima curva, si accoda alle Force India e assiste al loro incidente. Rientra ai box al giro 17 e torna in pista alle spalle di Hülkenberg. La sua gara è rovinata da Sirotkin, col quale duella strenuamente ignorando le bandiere blu e per questo si becca la penalità .
PIERRE GASLY: 5,5 – Riesce ad accedere alla Q2, ma non fa meglio del 15° posto, a due decimi da Ericsson. Con una buona partenza scavalca le Sauber, rimaste intruppate dietro alle Force India. Al giro 27, durante un duello con Leclerc per il 9° posto, commette un paio di bloccaggi e viene scavalcato dal francese della Sauber e rientra al termine della tornata. Esce dalla zona punti per non vederla più, termina 14°.
LANCE STROLL: 6 – Il canadese guida una carriola, ciò non giustifica il decimo preso dal compagno (debuttante) in qualifica e che lo relega in fondo alla griglia. Alla partenza mantiene l’ultima posizione. In gara fa invece il suo, ma meglio del 15° posto non riesce a fare.
BRENDON HARTLEY: 5,5 – Anche lui è ormai un habitué dell’eliminazione in Q1, è 17°. Resta dov’è al via, guadagnando la posizione per Ocon. In gara è 16°. Nulla da segnalare per lui, se non che è vittima sia di Magnussen sia di Sirotkin. È 16°, dietro al suo compagno non di poco.
SERGIO PÉREZ: 4 – Il messicano precede bene il compagno in qualifica ed è il primo degli altri con il suo 7° tempo. Al via manda a muro il suo compagno. Al giro 18 rientra ai box, mette le ultra soft ed è 15°, dietro a Sirotkin e, malgrado sia più veloce del russo, non riesce a sorpassarlo e nemmeno mai ad imbastire un vero tentativo di sorpasso. Dopo un lungo duello i due si toccano e lui rientra ai box con la vettura danneggiata. Rientra e cambia le gomme, ultimo. Si prende un drive through.
KEVIN MAGNUSSEN: 5 – La sorpresa negativa della Q1: è 16°, mentre Grosjean va in Q3. Alla partenza sale 15° grazie al botto di Ocon. Si ferma al giro 27 e rientra ultimo. Dopo la sosta duella con Hartley, inizialmente ha la meglio il neozelandese. Non corre praticamente mai, lo si vede nuovamente solo per il giro veloce stampato alla tornata 53 con gomme nuove, ma è 18°.
SERGEJ SIROTKIN: 5 – La Williams è una vettura semplicemente imbarazzante, dato che accusa sul giro secco un secondo e mezzo dall’avversario più diretto, ossia Vandoorne con la sua McLaren. Perlomeno in qualifica precede il compagno di squadra, è 19°. Sorpassa Vandoorne alla partenza, poi gli si incastra un pezzo della vettura di Ocon sotto l’ala. Rientra al giro 4 ai box togliendo il detrito e mettendo le soft. Si difende bene da Pérez, finché il messicano decide di centrarlo. Poi erge un muro, non vuole far passare nessuno e stringe Hartley all’esterno costringendo a frenare per evitare l’impatto col guardrail. Che dire, almeno dimostra di essere vivo e volerci provare ad ogni costo. Rientra al giro 47 per un’altra sosta.
ESTEBAN OCON: s.v. – Il francese, ancora senza un sedile per il 2019, entra in Q3, ma si prende 4 decimi dal compagno ed è 9°. Parte decentemente, attacca Pérez in curva 1, ma il messicano lo manda a muro e la sua gara finisce lì.