Le pagelle del Gran Premio di Singapore, quattordicesima tappa del Mondiale di Formula 1. Una gara che rischia di risultare decisiva per la lotta al titolo visto che Lewis Hamilton vince e ringrazia il patatrac iniziale con il triplo incidente che ha coinvolto Sebastian Vettel, Kimi Raikkonen e Max Verstappen.
LEWIS HAMILTON: 8 – La Mercedes a Singapore non va proprio e il britannico non fa meglio del 5° posto in qualifica, mettendoci molto del suo visto il distacco affibbiato al compagno. Bravo al via a sorpassare Ricciardo, poi fortunato nell’incidente tra gli altri, dopo due curve si ritrova 1° senza nemmeno sapere come. E in condizioni di aderenza precaria, vola. Il destino, tra pioggia e incidenti, gli dà molto più di quanto si meriterebbe teoricamente, lui è poi bravo a non perdere un millimetro. Unico appunto: la smetta di frenare in faccia agli avversari nelle ripartenze della Safety Car, è davvero irritante.
DANIEL RICCIARDO: 8 – Ancora una volta in qualifica è dietro al compagno, ma scattare 3° per lui è comunque buono in questa stagione. Geniale al via a rallentare evitando l’incidente dei primi. Poi si ferma prima di Hamilton per mettere l’ultrasoft quando ha un distacco di 10 secondi circa dal britannico e cerca di andare a prenderlo, senza successo. Dopo l’ultima Safety Car è Bottas a cercare il duello, ma l’australiano risponde sempre presente.
VALTTERI BOTTAS: 6 – Il 6° posto in qualifica è davvero il minimo sindacale per lui. Le prende tutto il weekend, non solo dal compagno, ma anche da Ferrari e Red Bull. Si ritrova in zona podio da miracolato puro. Tra quelli con cui può battagliare è nettamente il più lento, finisce a podio solo perché gli altri hanno tutti vetture decisamente meno performanti. Ingiustamente premiato dal fato.
CARLOS SAINZ: 9 – Entra in Q3, ma non riesce a fare meglio di 10°, battendo Kvyat e dimostrando di valere il posto di Palmer. Sfruttando gli incidenti e i cambi gomme degli altri (lui era partito con le intermedie) si ritrova 4°. E lì finisce, portando molti punti alla Toro Rosso nella lotta mondiale contro la sua futura scuderia, la Renault.
SERGIO PÉREZ: 7 – La Force India non si adatta benissimo su questo tracciato e il messicano è 12°. Al via sfrutta i problemi di tutti gli altri e si ritrova 5°. Bel duello con Sainz. Non molla più il suo 5° posto.
JOLYON PALMER: 8 – Forse le voci della sua imminente sostituzione l’hanno fatto svegliare: dopo Spa, un’altra ottima qualifica per lui, sempre dietro al suo compagno ma comunque buon 11°. A un certo punto è perfino 2°, quando ancora ha gomme intermedie. Dopo le varie soste, scende 6°.
STOFFEL VANDOORNE: 8 – Il belga è cresciuto molto nel corso della stagione e non è lontano dalle prestazioni di Alonso: parte 9°. Nel momento in cui la gara diventa a tempo è 7°, senza partecipare a grossi duelli se non con Palmer alla ripartenza. Punti d’oro per lui.
LANCE STROLL: 7 – Per la prima volta su questo tracciato, paga l’inesperienza e si schiera solo davanti alle Sauber: 18°. Rischia moltissimo di andare a muro al giro 21, ma mantiene il suo 9° posto. Sale poi 8° dopo il giro di soste successivo all’ultima Safety Car. In gara, invece, è sempre davanti a Massa.
ROMAIN GROSJEAN: 6 – La Haas continua nel suo altalenante 2017, sul cittadino asiatico chiude la Q2, il francese è 15°. Guadagna due punti chiudendo 9°.
ESTEBAN OCON: 5,5 – Stesso discorso di Pérez, la sua Pink Panther fatica ed è molto indietro, 14° in griglia. Viene passato da Magnussen, che poi per poco non lo mette a muro, poi scavalca Massa. Con la girandola di soste finisce indietro, fuori dalla zona punti, sfrutta poi il ritiro di Hülkenberg e termina 10°, stavolta il messicano lo demolisce.
FELIPE MASSA: 5– La Williams è un disastro in questo tipo di tracciati, Massa parte solo 17°. Gran duello con Magnussen, ma lo perde e viene scavalcato anche da Ocon, dato anche che mantiene le full wet.
PASCAL WEHRLEIN: 6 – Qui è esaltato il valore del pilota, ma la sua vettura non gli consente di inserirsi in mezzo a quelli davanti in qualifica. Si accontenta di precedere Ericsson, è 19°. Poco da fare in gara: nel momento in cui il suo compagno va fuori non ha più avversari, ma almeno non sbaglia nulla.
KEVIN MAGNUSSEN: 6 – Non riesce a precedere il compagno di squadra in qualifica e scatta 16°. Bellissimo il sorpasso su Ocon al giro 16. È il primo a montare le gomme da asciutto, facendo da cavia praticamente per tutti e lo fa al momento giusto. Chi scrive premia l’aggressività, nonostante al momento del suo ritiro, a 10 minuti dal termine, la sua posizione fosse solo la numero 12.
NICO HÜLKENBERG: 8 – Il primo degli altri al sabato è ancora una volta lui, ormai non è più una notizia. Dopo il caos del via è 3°, poi gli cambiano le gomme durante la seconda safety car e scende al 5° posto. Nel momento in cui esce l’ultima Safety Car, ha problemi durante la sosta: crolla al 10° posto, poi purtroppo il problema non si risolve ed è costretto al ritiro a 15 minuti dal termine.
MARCUS ERICSSON: 5 – Lento e pure penalizzato per la sostituzione del cambio, non avrebbe comunque potuto fare meglio dell’ultimo posto il sabato. Un suo errore da pollo, mentre naviga in ultima posizione, lo porta a sbattere dopo un testacoda.
DANIIL KVYAT: 5 – Sabato non tiene mai il ritmo del compagno, entra in Q2 ma è solo 13°. Partenza liscia, poi è autore di un brutto incidente alla curva 4 al giro 11, causando la seconda Safety Car.
FERNANDO ALONSO: 7 – Su una pista tecnica emerge il valore suo e del telaio McLaren, così entra in Q3 e si schiera 8°. Parte perfettamente al via, arriva in curva 1 addirittura 3° ma viene centrato dalla monoposto impazzita di Verstappen che lo fa girare e gli danneggia pesantemente la vettura. Al giro 9 è costretto a ritirarsi. Sfortunatissimo.
SEBASTIAN VETTEL: 4 – Tira fuori dal cilindro il giro perfetto quando più conta e ottiene la pole position. In partenza, invece, chiude Verstappen in maniera fin troppo aggressiva (ma regolare) causando insieme all’olandese l’incidente che lo mette fuori gioco. Il voto è dato dal fatto che forse avrebbe dovuto pensare più al Mondiale che non a mantenere la leadership della gara e magari far sfilare l’olandese mantenendo il 2° posto.
MAX VERSTAPPEN: 4 – La Red Bull, forse, è perfino più veloce della Ferrari sul giro secco, ma si fa fregare da Vettel. Al via è chiuso dal tedesco, lui sterza a destra non vedendo Räikkönen anziché alzare il piede e distrugge (non per colpe solo sue) le gare sue, della Ferrari e rovinando anche quella di Alonso. Ma le gare non finiscono alla prima curva: se sei chiuso a sandwich non devi sterzare sull’avversario, bensì alzare leggermente il piede dall’acceleratore.
KIMI RÄIKKÖNEN: s.v. – In qualifica fa il suo, ossia tenere dietro le due Mercedes. Nella carambola al via tira semplicemente dritto e viene preso in pieno da Verstappen, si gira e con la vettura incontrollabile centra Vettel.