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Lewis Hamilton vince il GP di Russia 2018 di Formula 1. Il pilota Mercedes sfrutta un team order che ha portato il compagno di scuderia Valtteri Bottas, secondo al traguardo, a lasciar passare il compagno per via della classifica piloti. Un altro terzo posto deludente per Sebastian Vettel, quindi quarto Raikkonen e subito dopo un fantastico Verstappen e Ricciardo che hanno guadagnato diverse posizioni. Ecco le pagelle della gara con i voti ai protagonisti.
LEWIS HAMILTON: 9 – Al primo tentativo in Q3 prende 4 millesimi dal compagno e si innervosisce, tanto che nel secondo sbaglia e resta 2°. Vettel alla partenza sembra passarlo, ma poi lui risucchia la scia di Bottas e riesce anche ad affiancarlo, ma il finlandese risponde. Alla curva 3 deve difendersi ancora dal tedesco e ci riesce. Deve difendersi dall’undercut di Vettel, ma non ci riesce. Al giro 16 riesce però a risorpassare il rivale in pista, in curva 4. Poi al giro 25 Bottas lo lascia platealmente passare e va a prendersi il 2° posto, che diventa 1° quando Verstappen si ferma. Vittoria sì, ma nettamente non sua. Brutta immagine per lo spettacolo, anche in virtù del grande vantaggio che già Hamilton ha ai danni di Vettel: non aveva proprio senso.
VALTTERI BOTTAS: 9 – Questa è la sua pista e lo dimostra in qualifica, precedendo il compagno – che come si sa sul giro secco è il migliore di sempre – di un decimo e mezzo abbondante e si prende la pole. In curva 1 si difende da Hamilton, poi mantiene il primo posto, ma non riesce a scappare da Hamilton e Vettel, che lo seguono a breve distanza. SI ferma al giro 13 e rientra dietro a Verstappen. Rallenta tantissimo nel settore 2, probabilmente per fermare il tentativo di undercut di Vettel, ma non ci riesce. Al giro 25 c’è l’ordine di scuderia: praticamente parcheggia la sua Mercedes per far passare l’inglese. Regala una vittoria meritata al compagno.
SEBASTIAN VETTEL: 8 – Al via parte 3°, in qualifica la sua vettura è nettamente inferiore alle Frecce d’argento, ergo fa il massimo. Alla partenza ha un ottimo scatto, ma non riesce comunque a scavalcare Hamilton. Mantiene il ritmo dei due Mercedes, poi rientra al giro 14 per tentare l’undercut su Hamilton, che gli riesce, ma poi l’inglese lo sorpassa in curva 4. Resta 4°, poi Verstappen si fa da parte e riprende il podio. Fa il massimo, come già detto, che gli consente la vettura.
KIMI RÄIKKÖNEN: 8,5 – È 4° in griglia, cioè la posizione che in base alla competitività della vettura dovrebbe occupare (anche perché, senza le Red Bull, anche fare peggio era difficile, poteva battagliare solo con Vettel). Fermandosi più tardi si ritrova leader, rientra al giro 19 per montare le soft e torna in pista alle spalle del compagno di squadra e davanti a Ricciardo. Leggermente più lento di Vettel, mantiene agevolmente la posizione alle sue spalle a debita distanza, sempre tra i 5 e 10 secondi e chiude 4°. Anche lui non poteva fare di più.
MAX VERSTAPPEN: 10 – Si becca tre posizioni in qualifica di penalità per non aver rispettato le bandiere gialle dovute al testacoda di Sirotkin, ma poco cambia: ultimo era e ultimo resta, almeno finché Hartley non si becca una penalità ancora maggiore. Al via parte con gomme soft. Parte benissimo ed è 13° dopo un giro, poi scavalca anche Hülkenberg, Sainz, Ericsson, Grosjean, Pérez e Ocon: in soli cinque giri è già 7°. Con le soste di chi lo precede si ritrova leader. Rientra al giro 43, monta le ultra soft ed è 5°. Non ha poi i tempi per poter andare a riprendere Räikkönen, ma è indubbiamente il pilota del giorno.
DANIEL RICCIARDO: 7 – Ecco un altro penalizzato, cambia tutta la power unit e si ritrova 18° al via, ovviamente con le soft. Parte benino, ma la sua rimonta è più lenta rispetto al compagno. Comunque si libera con relativa facilità delle McLaren, delle Williams e delle Renault. Poi, giro dopo giro, scavalca Grosjean ed Ericsson e dal giro 10 entra anche lui in zona punti. Risale sino al 6° posto senza le soste. Rientra finalmente al giro 40, cambia l’ala danneggiata dal primo giro e monta le ultra soft. Alla fine chiude 6°.
CHARLES LECLERC: 8,5 – Dopo una prima sessione di prove in cui si limita a imparare la pista, vola il resto del weekend e si schiera 7° in qualifica, ben davanti a Ericsson. Con un’ottima partenza scavalca Ocon e si porta subito 6°. Poi sorpassa con un capolavoro anche Magnussen, all’esterno di curva 3. Corre bene e va più veloce di tutti i piloti dietro di lui, ma non di Verstappen, che al giro 9 lo prende e scavalca. Rientra ai box al giro 11 per mettere le soft ed è davanti a Magnussen. A quel punto corre da solo, troppo lontano da Ricciardo, ma anche per il danese della Haas. Chiude 7° una gara perfetta.
KEVIN MAGNUSSEN: 7,5 – È il primo degli altri al sabato, rifila 6 decimi al compagno e si schiera 5°. Dopo la partenza viene scavalcato da Leclerc e al giro 6 anche da Verstappen. Rientra ai box al giro 10 per mettere le soft, torna in pista davanti a Vandoorne, cioè 13°. Con le soste altrui, però, risale 8° e riesce a difendersi senza patemi dal ritorno delle Force India. Lì conclude.
ESTEBAN OCON: 6,5 – Non riesce a precedere la Haas di Magnussen in qualifica, da cui accusa 2 decimi e mezzo ed è 6° in griglia. Alla partenza perde la posizione su Leclerc. Rientra per montare le soft al giro 11 e in pista torna alle spalle di Magnussen. Lascia passare Pérez per fargli attaccare il danese, ma poi si riprende la posizione e gli finisce davanti, al 9° posto.
SERGIO PÉREZ: 6 – Il messicano è 8° al via, comunque alle spalle di Ocon di circa un decimo e mezzo. Mantiene la posizione finché non arriva Verstappen, poi rientra al giro 13 per mettere le soft ed è alle spalle di Ocon, 12°. Risale poi 10° con la sosta delle due Renault e applica il gioco di squadra passando Ocon per tentare di passare Magnussen. Il messicano non ce la fa e quindi restituisce la posizione al compagno francese. Chiude 10°.
ROMAIN GROSJEAN: 6,5 – Il francese in qualifica è 9°, ben dietro a Magnussen ma comunque in Q3. Distrugge completamente la gomma nel primo stint, precipitando 12° prima di fermarsi ai box al giro 9. Monta le soft e torna fuori 16°. Risale 12°, poi al giro 47 scavalca Hülkenberg e si porta 11°, posizione in cui conclude.
NICO HÜLKENBERG: 5,5 – Per il sabato vale lo stesso discorso del compagno Sainz, con la differenza che il tedesco che gli è dietro. Va lunghissimo con il primo stint e si ritrova 7°. Dopo la sosta è 11°, ma come anche il compagno Sainz non ha il minimo ritmo e non solo non riesce a prendere le Force India, ma addirittura viene ripreso, nonostante le gomme più fresche, da Grosjean e scende 12°.
MARCUS ERICSSON: 6 – 10° posto in griglia per lo svedese, bravo a giungere al Q3 (anche aiutato dall’assenza delle Red Bull), ma molto distante da Leclerc e a un secondo e mezzo pure da Grosjean davanti a lui. Rientra ai box al giro 12, torna 14°. Sale poi 13° grazie alla sosta ulteriore di Sainz. Al giro 38 si ferma per una seconda sosta e monta le ultra soft. Mantiene il 13° posto davanti ad Alonso e lì conclude.
FERNANDO ALONSO: 6,5 – Fa sempre male vederlo così indietro. Si prende ancora una volta diverse penalità per la sostituzione della power unit: 16° al via. Al giro 5 rientra per montare le soft, si ritrova in fondo. Alla fine è il primo della Serie C, come spesso capita: precede le Williams e il contrario.
LANCE STROLL: 6 – È preceduto dal compagno e da Vandoorne ed in qualifica è l’ultimo tra chi le penalità non ne ha prese, ossia 14°. Al giro 7 si ferma per montare le soft: rientra 18°. Lì rimane fino alle soste del compagno e di Vandoorne: così risale 16° e lì resta finché Sainz non si ferma nuovamente ai box e guadagna il 15° posto, dove conclude.
STOFFEL VANDOORNE: 5 – Anche senza penalità sarebbe preceduto da una Williams, anche questo dimostra la ragione per cui non è stato confermato per l’anno venturo. In griglia è 15°, precede il compagno che ha più penalità di lui. Va ai box al giro 12, torna in pista 17°. Sorpassa all’ultimo giro Sainz approfittando della presenza di Bottas e si prende il 16° posto, che mantiene fino al traguardo.
CARLOS SAINZ: 4,5 – 11° in griglia lo spagnolo, che però non è in grado nemmeno di lottare per l’ingresso in Q3. Mantiene la posizione prima di essere passato dalle Red Bull, dopo la sosta finisce alle spalle delle Force India. Poi è una lenta agonia, finisce pure alle spalle di Stroll e termina distantissimo, con addirittura Vandoorne e Sirotkin che lo provano ad attaccare. Addirittura all’ultimo giro, mentre si fa doppiare da Bottas, viene scavalcato dal belga. Un disastro. Chiude 17°.
SERGEJ SIROTKIN: 5,5 – Il pilota di casa fa il massimo che può fare con ciò che guida in qualifica, ovvero precedere il compagno e la McLaren di Vandoorne. L’ottimo 13° posto arriva ovviamente grazie alle penalità delle Red Bull, delle Toro Rosso e di Alonso, ma fare più di così era impossibile. Si ferma tardi, al giro 11 e rientra quindi ultimo, dove rimane.
PIERRE GASLY: s.v. – Anche lui finisce nella tagliola delle penalità e parte 17°. Parte male, piantandosi e precipitando subito ultimo. Rientra ai box e monta la soft, ma lo riportano in garage: si ritira.
BRENDON HARTLEY: s.v. – In griglia si becca talmente tante penalità che si pensa di farlo partire direttamente dall’Armenia. Dopo la partenza riesce a passare Gasly, portandosi 19°, poi va in testacoda e torna ultimo. Si ferma subito montando la gomma soft. Come il compagno, anche lui si ritira subito.