L’analisi del Gran Premio del Giappone, sedicesima tappa del Mondiale 2017 della Formula 1. A Suzuka, a differenza di quanto accaduto negli ultimi due Gran Premi, i pronostici sono stati decisamente rispettati, con Mercedes davanti a tutti, con Hamilton vincitore e Bottas 4° (ma partito indietro). Il vantaggio avuto su Red Bull (Verstappen 2°, Ricciardo 3°), però, non è stato così ampio come si poteva pensare e proprio per questo, forse, si mostrano le difficoltà nella performance sul passo gara da parte dei grigi in queste ultime uscite. A livello prestazionale va molto bene anche Ferrari (Räikkönen 5° ma partito indietro, Vettel ritirato), che però sembra vittima di un sortilegio: da quando la Rossa ha forse messo, nella performance domenicale, le ruote definitivamente davanti a Mercedes, le vetture italiane sono costantemente vittime di problemi d’affidabilità (fuorché Singapore, dove sono uscite per incidente). Dal paddock dicono, comunque, che quella di oggi fosse il tracciato, tra gli ultimi cinque, dove la Rossa avrebbe avuto più difficoltà prestazionali, vedremo se avranno ragione.
Al solito, Force India si conferma quarta forza fissa, con Ocon 6° appena davanti a Pérez 7°. Quinta forza a livello di pura performance si è mostrata invece Renault, ma Hülkenberg si è dovuto arrendere per un problema al DRS, mentre Palmer, che ha ritardato moltissimo la sosta anche per aiutare il compagno, è solo 12°, dopo una gara comunque abbastanza concreta da parte sua. E così dopo le due rosa si presentano due Haas, in buona ripresa dopo le ultime uscite, con un aggressivissimo Magnussen 8° appena davanti al compagno Grosjean.
A chiudere la zona punti è Williams, con Massa 10° dopo una bella lotta con Alonso, 11° su McLaren. Riguardo i loro compagni, il bianco Stroll esce a pochi giri dal termine per un problema tecnico alla gomma anteriore destra mentre si trovava nelle retrovie, l’arancione Vandoorne spreca un’ottima posizione di partenza con un pessimo via e finisce subito dietro, poi tenta un cambio di strategia che non paga e chiude 14° e penultimo.
Male Toro Rosso, con Gasly che naviga a centro classifica (13° al traguardo) dopo, però, non essere nemmeno riuscito a passare il taglio del Q1 e Sainz che, partito in fondo, esce subito con un testacoda che termina contro le barriere. Al solito, invece, a chiudere il gruppo c’è Sauber, ma con una sola vettura, quella di Wehrlein (15°), mentre Ericsson si stampa dopo pochi giri contro il muro.
La scarsa affidabilità Ferrari ha privato il mondiale di una lotta fino alla fine che, a livello prestazionale puro, era invece lecito attendersi. Tra due settimane l’appuntamento sarà in Texas, ad Austin.