Formula 1

F1, GP Giappone 2017: le pagelle. Hamilton fugge, Vettel senza voto

Lewis Hamilton - Foto Jake Archibald - CC-BY-2.0

Le pagelle del Gran Premio del Giappone, sedicesima tappa del Mondiale 2017 della Formula 1. A Suzuka Lewis Hamilton domina la tappa giapponese davanti a Max Verstappen e Daniel Ricciardo mentre Sebastian Vettel si ritira dopo 3 giri.

Le pagelle del GP del Giappone

LEWIS HAMILTON: 10 – Gira tutto perfettamente nelle ultime gare all’inglese, anche – e soprattutto – in virtù del fatto che il suo principale competitor è al terzo weekend consecutivo in cui incappa in problemi di vario tipo. Comunque è un alieno in qualifica, poi al via parte bene difendendo la pole, ma la rossa di Vettel è una lancia spuntata e blocca per mezzo giro Verstappen, cosicché l’inglese riesce a fuggire. La Safety Car gli azzera subito il vantaggio, alla ripartenza mette tra sé e Max circa 1,5 secondi e da lì amministra. Sempre più vicino al suo 4° mondiale, come Prost e proprio il suo attuale avversario Vettel. Marca Verstappen al pit, fermandosi il giro successivo a quello dell’olandese e riesce a restargli davanti. Dopo la sosta non ha passo, l’olandese lo riprende, ma Bottas lo lascia passare facendo da scudiero pieno.

MAX VERSTAPPEN: 10 – Parte bene, passa subito Ricciardo. Al tornantino effettua un sorpasso tanto azzardato quanto bello su Vettel, ma il ferrarista ha problemi evidenti. Poi cerca di tenere il ritmo di Hamilton. Rientra al giro 22 nel tentativo di rientrare subito davanti a Räikkönen: ce la fa per molto poco ed è più merito suo che del timing del team. Viene poi stoppato da Bottas nel momento in cui sta praticamente per prendere Hamilton, perdendo tre secondi, poi prova a riavvicinarsi, ma non riesce mai a guadagnare più di 2 decimi al giro.

DANIEL RICCIARDO: 7,5 – Non scatta bene dalla terza piazza, viene scavalcato dal compagno e da Ocon. Bravo a pressare continuamente il francese alla ripartenza della VSC, riuscendo alla fine a scavalcarlo. Rimane poi a lungo 3°, si ferma al giro 26 per la sua sosta rientrando dietro a Räikkönen, poi con la sosta del finlandese torna 3° e resiste al tentativo di rimonta di Bottas.

VALTTERI BOTTAS: 7 – Continua il momento no del finlandese. Al netto della sostituzione del cambio, con tutti i problemi avuti dalle Ferrari dovrebbe essere perlomeno in lotta con le Red Bull, invece sta sempre dietro a Ricciardo e nelle prime fasi di gara anche dietro a Ocon. Demolito da Hamilton, ma questa non è più una novità da mesi. Dopo un perfetto lavoro da secondo in cui fa perdere tre secondi in due giri a Verstappen, al giro 30 si ferma per montare le supersoft. Alla fine si riavvicina a Ricciardo, ma non riesce mai a costruire una manovra d’attacco. È 4°.

KIMI RÄIKKÖNEN: 7 – Al via si comporta anche bene, ma alla Spoon è allargato da Hülkenberg e scende addirittura 14°. Passa subito Gasly, Stroll (che è uscito alla Spoon), Vettel (che si ferma) e le Haas, riprendendo la zona punti e riportandosi proprio dietro al tedesco della Renault, per poi scavalcarlo all’esterno della chicane al giro 9. In curva 1, ancora all’esterno, si prende la posizione anche su Pérez, al giro 20. Si ferma al giro 29 per indossare la supersoft, appena in tempo per precedere le due Force India, poi al giro 33 riscavalca Hülkenberg, issandosi 5° e rimanendo isolato, 20 secondi dietro Bottas e altrettanti davanti alle due rosa. Nel finale è velocissimo, ma in un momento in cui non serve a nulla.

ESTEBAN OCON: 7 – Grande partenza per il francese, che attacca e sopravanza bene Ricciardo prima e Vettel poi, portandosi in zona podio. Alla ripartenza dopo la VSC al giro 11 viene riscavalcato dall’australiano e la tornata successiva da Bottas. Si ferma al giro 22, rientrando e scavalcando – non proprio con facilità – Alonso. Chiude 6°.

SERGIO PÉREZ: 6,5 – Senza infamia e senza lode la sua prima parte di gara, in cui resta dov’è e si limita a guadagnare una posizione per il forfait di Vettel. Poi ci pensa l’altra Ferrari, quella di Räikkönen, a farlo scivolare 8°. Termina 7°.

KEVIN MAGNUSSEN: 7,5 – Più efficace del compagno nel corso del weekend, va in coppia con lui ma comanda il trenino americano. È autore di una manovra molto aggressiva su Massa, un bellissimo sorpasso vecchia maniera in uscita di curva 1. Chiude 8°.

ROMAIN GROSJEAN: 6,5 – In Q1 si gira e si schianta, accusando un problema sulla vettura e rovinando anche il tentativo del compagno di rientrare dal taglio: possibile che non sia mai colpa sua? Comunque sfruttando tutte le magagne degli avversari al via risale 11°, poi 10° dopo la sosta di Massa. Approfitta poi del gran lavoro del compagno per scavalcare anche lui il brasiliano. Alla fine è 9°.

FELIPE MASSA: 7 – Vedi Pérez, perlomeno fino al giro 14, quando Räikkönen, in rimonta, lo passa con facilità. Si ferma al giro 18 per indossare la soft. La sverniciata di Magnussen in curva 1 lo vede letteralmente nel ruolo di vittima sacrificale. Si prende comunque un punticino difendendosi da Alonso, è 10°.

FERNANDO ALONSO: 6,5 – Il sabato, facendo il suo lavoro – qualificarsi per la Q3 – mette nei guai il compagno di squadra non consentendogli di partecipare, dato che lo spagnolo sapeva di dover partire in ogni caso ultimo – tanto per cambiare. In gara risale fino all’11° posto. Sarebbe da 7, ma prende mezzo punto in meno per aver ignorato, per la seconda vola di fila, le bandiere blu. Demolisce comunque Vandoorne ristabilendo le giuste gerarchie in seno al team, è 11°.

JOLYON PALMER: 6,5 – Ufficialmente all’ultima gara in Renault e, salvo colpi di scena, della sua carriera in F1, non si comporta male, ma rimane sempre dietro al ben più quotato Hülkenberg. Si difende bene in curva 1 da Ocon con gomme nuove, ma il giro dopo non può più nulla, così come a quello ancora successivo è Pérez a scavalcarlo. Con la sosta torna nella seconda metà della classifica, alla fine termina 12°.

PIERRE GASLY: 6 – Naviga nella mediocrità, ma anche a lui manca il termine di paragone, visto che Sainz esce subito di scena. Non male in qualifica, dove gira a soli tre decimi dal ben più quotato compagno, ma viene escluso in Q1. In gara naviga in centro classifica, poi blocca le gomme al tornantino nel tentativo di difendersi da Hülkenberg e deve fare una sosta in più. Finisce 13°.

STOFFEL VANDOORNE: 5 – Parte molto male, finendo sul prato e sprecando quel 10° posto insperato al via. Durante la VSC è uno dei tre che tenta di cambiare strategia per recuperare, ma senza successo. Le poche volte che duella lo fa con piloti più veloci di lui a causa delle diverse strategie, chiude 14° staccatissimo.

PASCAL WEHRLEIN: 5,5 – Viene presto a mancare – e per un errore da pollo – il suo unico punto di riferimento con cui poter competere, ossia il suo compagno di squadra. Ma, a differenza dello svedese, Wehrlein si era già bruciato le posizioni di vantaggio in griglia donate dalle penalità di Alonso, Sainz e Palmer e si era comunque qualificato dietro di lui. Cerca di fare la stessa strategia di Vandoorne, ma chiude comunque ultimo.

LANCE STROLL: 5,5 – Al giro 4 decide di andare per prati, prima alla Spoon e poi alla 130R, scendendo nelle retrovie. Stavolta Massa lo demolisce: non un buon segno, dato che il brasiliano è un mezzo pensionato e sarà rimpiazzato forse dal ben più rapido Kubica. Al giro 47 ha problemi all’anteriore destra, finisce nel ghiaione e poi si ferma, causando la seconda VSC.

NICO HÜLKENBERG: 7,5 – Parte bene, si difende ottimamente da Räikkönen mandandolo largo alla Spoon. Mantiene a lungo il 6° posto, si ferma addirittura al giro 39 per montare la supersoft: in quel momento è 13°, dopo due giri è già 11° dopo il sorpasso su Gasly e la sosta del compagno Palmer. Dopo un tentativo su Grosjean, però, il DRS rimane aperto ed è costretto al ritiro. Peccato.

MARCUS ERICSSON: 4 – Centra il muro al giro 9 alla curva 9 e lui è il numero 9. Maledizione? Mah. Comunque i primi giri si stava comportando meglio del compagno: il tedesco era ultimo, mentre lo svedese precedeva, oltre a lui, le McLaren e Stroll. Col suo incidente viene usata la Virtual Safety Car per la prima volta quest’anno.

SEBASTIAN VETTEL: s.v. – Dopo mezzo giro, la sua vettura accusa un calo di potenza e in poche curve viene passato dalle Red Bull, Ocon e Bottas. Poi tenta di approfittare della Safety Car entrata per Sainz per tentare un reset. Già alla ripartenza, però, lo passa Pérez: la vettura non c’è proprio e il tedesco abbandona. Il problema è stato una candela d’accensione, uno di quei famosi “guasti da 100 lire”, come amava definirli Enzo Ferrari. Il suo svantaggio da Hamilton continua ad aumentare: ora sono 59 punti, più di due GP.

CARLOS SAINZ: 5,5 – Perde il posteriore della vettura e si schianta, causando l’ingresso della Safety Car. Cerca poi di ripartire, ma non riesce. Bello il team radio dei meccanici che lo ringraziano di tutto: dalla prossima gara sarà in Renault.

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