Le pagelle del Gran Premio di Azerbaijan, quarta tappa del Mondiale di Formula 1 2018. A Baku succede tutto ed il contrario di tutto: vince in maniera fortunata Lewis Hamilton che però sbaglia poco nulla.
LEWIS HAMILTON: 9 – Fa una bella qualifica, ma non è bastato ancora per fregare Vettel ed è 2°. Si stacca sino a 4 secondi, poi inizia lentamente a guadagnare su Vettel, finché non commette un errore in curva 1 al giro 22 distruggendo le gomme e autocostringendosi a fermarsi, per montare la gialla. Poi si riferma per montare le ultrasoft quando le Red Bull si centrano. Poi la vittoria gli viene regalata da Vettel e da un detrito. Fortunatissimo.
KIMI RÄIKKÖNEN: 9 – Commette diversi errori nel Q2, condannandosi a fare il tempo con un giro singolo – ci riesce – e la gomma ultrasoft, mescola con la quale parte, ma che avrebbe volentieri evitato, visto l’alto degrado. In Q3 sbaglia il primo tentativo, al secondo attacca la pole del compagno, ma scoda all’ultima, decisiva, curva e si porta dietro l’errore per tutto il lunghissimo rettilineo, rimanendo 6°. Al via viene passato da Ocon, poi lo riattacca dove lo spazio non c’è (anche se c’è da dire che fosse già affiancato al francese) e rompe l’ala. Rientra ai box ed esce 12° con le soft, davanti ad Hartley, Grosjean, Pérez, Magnussen, Alonso ed Ericsson. Al giro 15 si libera di Stroll, al 17 di Leclerc ed è 6° (grazie anche alla sosta di Sainz). Torna incredibilmente in gara per podio e vittoria quando le Red Bull fanno harakiri e lui si ferma per montare le ultrasoft, riaccodandosi a Hamilton. Chiude 2°, approfittando dell’errore di Vettel e della foratura di Bottas.
SERGIO PÉREZ: 9,5 – Non riesce a battere Ocon sul giro secco, è 8°. Viene toccato da Sirotkin al via e rientra ai box per le riparazioni. Poi inizia una rimonta che lo porta a passare Hartley e le McLaren e al giro 13, scavalcando Grosjean, entra in zona punti. Prende bene la scia di Stroll e lo sorpassa al giro 21, prendendosi l’8° posto. Si ritrova 5° e con le supersoft dopo la sosta conseguente all’incidente delle Red Bull. Prende un podio clamoroso, 3°, grazie all’errore di Vettel e la rottura di Bottas.
SEBASTIAN VETTEL: 6 – Al primo tentativo nel Q3 fa un giro talmente veloce che nemmeno il secondo tentativo dei due Mercedes a loro basta per rubargli la posizione, tant’è che commette un errore nel suo secondo giro che non gli compromette nulla. Bravissimo alla prima ripartenza a gestire la vettura e il gruppo dietro di lui, guadagnando una vita nei primi due giri liberi. Rientra al giro 31 per indossare le soft ed esce alle spalle di Bottas. Si ferma quando esce la safety car per montare le ultrasoft. La butta via alla ripartenza per tentare di risorpassare il finlandese: blocca, va lungo e Hamilton e Kimi e Pérez ringraziano, lui chiude 4°.
CARLOS SAINZ: 8 – Preceduto ancora di tre decimi dal compagno in qualifica, gli passa davanti però in virtù della sua penalità e si schiera 9°. Si tiene lontano dai guai al via ed è opportunista per scavalcare anche Ricciardo quando Verstappen attacca il compagno, portandosi 5°. Il suo duello con l’olandese è bellissimo. Non appena il DRS entra in azione, riesce a prendersi il 4° posto. Allunga un po’, poi accusa del graining e inizia a perdere molto terreno, tanto che le Red Bull gli tornano sotto. Si ferma al giro 16 per montare le soft, rientrando 13°. È tra i più danneggiati dalla safety car conseguente al botto delle Red Bull. Scavalca Leclerc dopo la ripartenza.
CHARLES LECLERC: 9,5 – Passa ampiamente il taglio del Q1 dando quasi due secondi ad Ericsson, in Q2 riesce a precedere Magnussen, ottima qualifica: 14°, poi perfino 13° per la penalità di Hülkenberg. Approfitta dei danni davanti per issarsi 10°. Si libera anche di Stroll, è velocissimo con la sua Sauber. Si ferma al giro 25 per montare la soft e rientra 11° dietro ad Alonso, che scavalca al giro dopo. Con la safety car si ritrova 8°, 7° dopo l’assurdo incidente di Grosjean. Chiude perfino 6° grazie alla rottura di Bottas, distruggendo completamente Ericsson. Mostra perché si parla così bene di lui.
FERNANDO ALONSO: 8 – McLaren paga la differenza di cavalli con Mercedes e Ferrari, ma Renault e Red Bull il turno lo passano, quindi tutto questo gran telaio la squadra britannica non ce l’ha. Si qualifica 13°, poi 12° per Hülkenberg, fa il massimo e lo dimostra la differenza col suo compagno. Viene coinvolto negli incidenti dietro e buca entrambe le gomme di destra, rientrando ai box. Al termine è 7°, bravo.
LANCE STROLL: 7,5 – Per passare il Q1 rischia di centrare il muro, poi sfiora soltanto l’ingresso in Q3, a un decimo da Ricciardo: è 11°, ma parte 10° a causa della penalità di Hülkenberg. La sua gara è lineare, non si mette mai nei guai e ne beneficia, risalendo sino in zona punti, 8°.
STOFFEL VANDOORNE: 6,5 – Al via è 16°, viene escluso sul filo di lana dal Q2, con la vettura peggiore tra le motorizzate Renault. Si ritrova 9° dopo i danni del via, ma piano piano retrocede inesorabilmente, tanto che al giro 11 viene scavalcato dal compagno Alonso per il 16° posto, posizione dove si attesta. Poi sfrutta bene le vicissitudini altrui ed è 9°.
BRENDON HARTLEY: 6,5 – Non si intende col compagno in qualifica e rischiano di fare un incidente clamoroso, fortunatamente soltanto sfiorato, mentre lui è in fase di rallentamento a causa di una foratura. Rimane escluso e precede soltanto Grosjean con problemi, è penultimo. In gara gira piano, ma non è mai nei guai e alla fine termina 10°, primo punto per il neozelandese.
MARCUS ERICSSON: 5,5 – Accusa in Q1 addirittura 1,8 secondi dal compagno Leclerc, si qualifica 18°. Prende Magnussen in curva 2 ed è costretto a rientrare. Al giro 18 è autore di un lungo in curva 3, senza conseguenze gravi: mette la retro e riparte, ma accusa forti vibrazioni ed è costretto ad anticipare la sosta. Si becca 10 secondi di penalità per l’incidente con Magnussen. Distrutto da Leclerc.
PIERRE GASLY: 6 – Sfiora il compagno Hartley in qualifica rischiando di farsi veramente male, anche se le colpe sono tutte del neozelandese: lo evita per un nulla e va dritto, rovinando la propria qualifica, non passando quindi il Q1 e classificandosi 17°. È bravissimo ad approfittare degli incidenti del primo giro per portarsi addirittura 9° dopo poche curve. Alla ripartenza riesce a sorpassare anche Stroll e Hülkenberg e si mette addirittura 7°, prima di essere ripassato dal tedesco in rettilineo, il giro 9 anche Leclerc e Räikkönen lo ripassa, mettendo in mostra tutti i limiti del motore Honda. È il primo a fermarsi per motivi di strategia.
KEVIN MAGNUSSEN: 5 – Parte 15°, con una Haas che non sembra avere i fasti delle prime gare, almeno sul giro singolo. Viene toccato da Ericsson in curva 2. È praticamente fuori gara, ci rientra con la safety car causata dalle Red Bull. Torna 11°, poi rientra in zona punti dopo lo schianto idiota del suo compagno. Ma commette un errore e scivola ultimo.
VALTTERI BOTTAS: 9 – Come nel caso di Räikkönen con Vettel, finché non conta nulla precede Hamilton, ma poi il britannico gli salta davanti in qualifica. Prende la leadership dopo la sosta di Vettel e approfitta della sosta supplementare del tedesco e di Hamilton causata dalla safety car per l’incidente delle Red Bull per mantenere la posizione. Buca incredibilmente dopo la ripartenza e si ritira.
ROMAIN GROSJEAN: 4,5 – Parte ultimo dopo la rottura del cambio in Q1. Al via si ferma subito a montare le soft ed è bravo a tenersi lontano dai guai, tanto da risalire, con le soste e gli incidenti degli altri, fino all’8° posto. Insieme a Bottas e Pérez e quello che beneficia maggiormente della sosta gratuita dovuta alla safety car: si ritrova addirittura 6° e considerato che era partito ultimo è tanta roba. Peccato che distrugge tutto schiantandosi mentre scalda le gomme in regime di safety car.
DANIEL RICCIARDO: 7 – Rischia moltissimo di essere tagliato in Q2, dove chiude 10° con solo un decimo di vantaggio su Stroll. Scavalca in Q3 all’ultimo tentativo il compagno ed è 4°. Viene passato dalle Renault, poi è autore di un duello rusticano con Verstappen. Dopo aver passato mezza gara ad attaccarlo senza esito, riesce a scavalcarlo al giro 35. Rientra al giro 38 e monta le ultrasoft, ma rientra alle spalle del compagno. Alla fine lo centra nel momento in cui Max cambia due volte linea ed escono entrambi.
MAX VERSTAPPEN: 4 – Si schianta nelle libere, mostra tutta la velocità sua e della sua vettura, ma al termine delle qualifiche è ancora dietro a Ricciardo, 5°. Grande sorpasso sul compagno, poi inizia una bellissima lotta con Sainz. La perde, così come con Hülkenberg, poi fa di tutto per tenere dietro Ricciardo. Alla fine viene superato dall’australiano, al giro 39 si ferma per montare le ultrasoft e rientra davanti a lui. Al solito, cambia più volte linea e viene centrato. Capirà mai cosa NON deve fare?
NICO HÜLKENBERG: 5 – Penalizzato di cinque posizioni per la sostituzione del cambio, si qualifica 9° ma parte 14°. Non subisce le conseguenze delle botte al via, poi sorpassa Gasly, Ricciardo e Verstappen in pochi giri. Poi rovina tutto toccando il muro e ritirandosi. Errore grave per uno della sua esperienza e soprattutto puntoni buttati via per Renault.
ESTEBAN OCON: SV – Qui la Force India va, è bravo a precedere il compagno ed è il primo degli altri in qualifica: 7°. Viene speronato da Räikkönen e sbattuto contro il muro, ma lui non ha lasciato il minimo spazio nonostante il finlandese avesse più di metà vettura all’interno.
SERGEJ SIROTKIN: 4,5 – Buone performance per il russo sul giro secco, almeno rispetto alle prime corse dell’anno. Si qualifica 11° (era 12° ma scala per Hülkenberg), appena alle spalle del compagno. Un disastro in partenza: esce indenne dalla prima curva, alla seconda, forse spaventato dall’attacco all’interno di Stroll, prima tocca Pérez facendolo carambolare addosso a Räikkönen (senza conseguenze), poi si prende con Hülkenberg e rimbalza addosso ad Alonso in pieno rettilineo.