Formula 1

F1, GP Australia 2018: Hamilton-Mercedes, doppio errore tra guida e software

Lewis Hamilton - Foto Bruno Silverii

Un errore tecnico ed un errore pratico: una doppia svista che relega Lewis Hamilton in seconda posizione al Gran Premio d’Australia 2018. Il nuovo Mondiale della Formula 1 non è iniziato nel migliore dei modi per la scuderia campione del mondo capace di piazzare Lewis in pole position salvo poi sbagliare completamente il finale di gara non riuscendo a gestire una serie di eventi sfavorevoli. Nelle ore successive alla gara di Melbourne si è parlato tanto della fortuna della Ferrari di Sebastian Vettel, capace di sfruttare al meglio l’occasione della “virtual safety car”, tralasciando però due errori di Hamilton e della sua W09.

ERRORE DI CALCOLO – Un problema al software del volante. Al termine del Gran Premio la Mercedes ha voluto rivelare il reale problema che non ha permesso a Lewis di mantenere la prima posizione su Vettel, rientrante al pit stop. “Abbiamo avuto un problema di software nel calcolare il delta della Virtual Safety car – spiega il team principal Toto Wolff – Semplicemente il divario di tempo necessario per rimanere al comando è stato calcolato erroneamente dal nostro sistema. Penso abbia a che fare con la configurazione dell’algoritmo, il modo in cui è stato programmato il software“. Successivamente Wolff è entrato nei particolari spiegando che i dodici secondi di gap in pista non erano stati sufficienti per mantenere la prima posizione, un errore evidente che lo stesso muretto box ha notato dalle immagini televisive. Analizzando l’errore del software, la Mercedes ha discolpato Hamilton, in tal senso, che ha svolto esattamente il lavoro che gli è stato chiesto durante il momento clou della gara.

GUIDA DISTRATTA – Un inseguimento estenuante quasi a dimostrare “chi tiene per ultimo vince“: a dieci giri dalla fine Hamilton sbaglia in curva 11 in entrata sul rettilineo. Un errore di guida distratta perché proprio in quei momenti Lewis stava effettuando una serie di variazioni nelle impostazioni del volante. Frenata improvvisa, breve escursione tra erba e cordolo e due secondi persi.

Nonostante ciò il britannico mette il piede sull’acceleratore e recupera decimi su decimi portandosi nuovamente sotto il secondo di distacco per poi calare nuovamente. La Mercedes, in tempo reale, commenta il rallentamento di Lewis dovuto ad una semplice motivazione di eccessivo surriscaldamento delle gomme posteriori, a lungo dietro gli scarichi della SF71H. In realtà Hamilton inizia a perdere 3 decimi a giro dopo una serie di settaggi modificati sul volante (sette tentativi) numerosi tentativi che limitano le potenzialità nella W09 nel finale di gara. Il pilota britannico nel post GP rivela di avere alzato il piede e di aver difeso la seconda posizione dalla rimonta di Raikkonen e Ricciardo, arrivati in volata sul traguardo. Solamente surriscaldamento delle gomme o guida distratta con tanto di errori nel settaggio?

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