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Daniel Ricciardo sì o Daniel Ricciardo no? È un quesito che tutti i week end i tifosi della Ferrari si propongono per il futuro della scuderia di Maranello nella Formula 1. L’avvio del campionato 2018 è stato entusiasmante per il pilota australiano che sul sedile della Red Bull ha conquistato due vittorie nelle prime sei gare, proprio come Sebastian Vettel in Ferrari e Lewis Hamilton in Mercedes. Nonostante si trovi alla guida di una monoposto potenzialmente inferiore rispetto alla concorrenza, Ricciardo ha dimostrato di saper capitalizzare tutte le chance con grande cinismo, mostrando una guida pulita e da campione notevolmente superiore a quella del tanto acclamato Max Verstappen, suo compagno di squadra.
Ricciardo sarà l’uomo mercato per il Mondiale 2019 in quanto il suo contratto è in scadenza al termine della stagione e sia Ferrari che Mercedes hanno almeno un posto disponibile per ingaggiare un pilota per il futuro. Facendo il punto della situazione in casa del ‘Cavallino’, considerando il contratto fino al 2020 siglato da Sebastian Vettel, sarebbe Kimi Raikkonen a farne le spese in caso di ingaggio di Ricciardo. Raikkonen è uno dei principali motivi di discussione fra i tifosi della Rossa oltre all’eventuale dualismo fra due caratteri fumanti, le proiezioni future di alcuni giovani interessanti e tanto altro. Analizziamo brevemente i pro ed i contro di un matrimonio Rosso tra la Ferrari e Ricciardo.
RICCIARDO-FERRARI, I PRO
ADDIO RAIKKONEN – Kimi, l’ultimo uomo che è riuscito a vincere il Mondiale a bordo della Ferrari, potrebbe lasciare la scuderia al termine della stagione. Nonostante le mille voci di addio il finlandese ha deciso di prolungare il contratto ancora per un altro anno dal 2017 al 2018 rimanendo sulla sua adorata monoposto numero 7. Raikkonen continua a puntualizzare che finché lui amerà le corse non smetterà di gareggiare e tutto questo mette di fronte la stessa Ferrari ad una scelta difficile al termine del campionato. Il distacco con Vettel, dall’approdo in Ferrari del tedesco, parla chiaro. La prima guida è Seb, l’uomo dei grandi risultati è sempre Seb e fino ad ora l’unico lampo di Raikkonen rimane la pole di Monaco nel 2017. Giusto arrivare alla chiusura dei rapporti dopo un ritorno in Ferrari, a seguito dell’esperienza in Lotus, non propriamente soddisfacente? Il contratto è in scadenza e la decisione finale spetta alla scuderia di Maranello.
RICCIARDO AL TOP – C’è grande curiosità e tra i tifosi si chiede: ma se Ricciardo riesce a fare queste magie con la Red Bull, cosa sarebbe in grado di fare a bordo di una monoposto ancor più competitiva? Il balzo prestazionale della Ferrari negli ultimi anni è sotto gli occhi di tutti tanto che la Rossa ora è in grado di mettere in seria difficoltà la Mercedes in tutti i week end di gara. Le qualità di Ricciardo potrebbero conferire un importante “plus” per la scuderia ma anche per il pilota stesso che per la prima volta in carriera avrebbe tra le mani una macchina per poter puntare alla vittoria in tutti i Gran Premi. È uno dei piloti più bravi nei sorpassi al limite senza mai eccedere in infrazioni, mantenendo una guida pulita e corretta. Quando è chiamato a rimontare risponde con convinzione ed i suoi sorpassi entusiasmano il pubblico. Una scelta giusta da entrambe le parti?
SI PUNTA SU DUE PILOTI – Una delle critiche più frequenti alla gestione Ferrari è proprio il fatto di conservare, storicamente, una “prima guida”. Da Schumacher a Vettel, quando il dominio di uno travolge le ambizioni dell’altro: spesso le seconde guide sono costrette a dei favori gratuiti per il bene della squadra. In tanti chiedono l’all-in, puntare su due piloti per avere due soluzioni competitive in gara in grado di darsi battaglia. Un dualismo rischioso ma spettacolare e per fare tutto ciò il livello dei due piloti deve essere paritario. Vettel-Ricciardo alla pari? I numeri dicono di no ma l’evoluzione delle due carriere non è paragonabile proprio perché Daniel non ha ancora avuto la possibilità di confrontarsi al top. Forse è il momento giusto di scommettere.
RICCIARDO-FERRARI, I CONTRO
NIENTE PIU AIUTI – È inevitabile: con un eventuale ingaggio di Ricciardo, Vettel non potrebbe più usufruire degli aiuti tanto apprezzati dalla seconda guida. Raikkonen nel corso delle ultime stagioni è spesso partito a rilento prendendo un notevole distacco che ha successivamente giustificato la strategia Ferrari. Kimi aiuta a Vettel, quando si può e quando ce n’è bisogno, talvolta sacrificando vittorie come accaduto in Ungheria 2017 quando Seb con un problema allo sterzo venne difeso dal finlandese, nonostante un passo gara estremamente superiore. Con l’addio di Kimi e l’ingaggio di un pilota in rampa di lancio come Ricciardo tutto questo svanirebbe. Ferrari meno squadra e più individuale, con tutti i rischi che ne derivano da una gestione differente e storicamente poco approvata a Maranello.
DUALISMO INFUOCATO – Amici fuori dal tracciato, leoni in pista. Vettel contro Ricciardo, si riproporrebbe la sfida infuocata in Red Bull dove il pilota australiano demolì il tedesco in un sorprendente confronto. Nel 2014 Ricciardo per ben 14 volte su 19 gare si piazzò davanti al compagno di squadra concludendo il campionato con 238 punti rispetto ai soli 167 totalizzati da Vettel. In Ferrari si riaprirebbero i conti in sospeso tra due piloti reduci da due esperienze completamente differenti perché alla Rossa Seb è la “prima donna” mentre in Red Bull Ricciardo sgomita settimanalmente con Verstappen, proprio per la mentalità e la volontà della scuderia austriaca di lasciar “liberi” i piloti. Niente più aiuti e favori dovuti, in ballo ci sarebbe molto più della semplice collaborazione di squadra. Un dualismo infuocato, spettacolare e (da ribadire nuovamente) tanto rischioso. Ne vale la pena tentare un all-in nel momento di maggiore crescita della Ferrari dopo più di dieci anni a secco?
LECLERC, GIOVINAZZI E LA DRIVER… – Vettel percepisce un ingaggio da quasi 50 milioni all’anno fino al 2020, Ricciardo in caso di arrivo a Maranello andrà ben oltre i quattro milioni percepiti in Red Bull e oltretutto firmerà un contratto “multi-year”: quale sarà il futuro dei talenti della Ferrari Driver Academy? Sono ormai più di 20 anni che la Rossa non concede il sedile ad un pilota sotto i 25 anni e tanto per citarne due, Charles Leclerc e l’italiano Antonio Giovinazzi, sarebbero “chiusi” dall’eventuale approdo di un altro top a Maranello. Leclerc da esordiente ha vinto la GP3 e la F2, tagliando tanti record, e nella sua prima esperienza in F1 alla Sauber sta registrando ottimi risultati fin dalle prime gare. Da tanti viene disegnato come “il campione del futuro” ma prima di poter avere la prima vera chance di gareggiare a livello competitivo con i migliori dovrà crescere, senza cadere nel dimenticatoio. Anche Giovinazzi ha esordito in F1, senza lasciare un gran segno in Sauber. Una manciata di errori per metterlo fuori dai progetti futuri, perlomeno per il sedile della Rossa, demolendo il sogno di tanti italiani di vedere nuovamente un pilota del nostro tricolore sulla Ferrari. Tanti rinvii, tanti se e tanti dubbi: il tempo passa e nonostante i numerosi elogi alla Ferrari Driver Academy si preferisce un qualcosa di fatto e finito, pronto all’uso. Nella speranza che i tanti talenti che hanno vestito la tuta Rossa non si perdano nel nulla.