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“La pressione? Toto Wolff dice che mi fa bene. Sono d’accordo, ma dopo nove anni inizia a mangiarti dentro“. Così Valtteri Bottas ha raccontato le sue difficoltà a livello psicologico dopo anni da pilota della Mercedes, all’ombra di un campione del calibro di Lewis Hamilton. Dopo 10 vittorie, 56 podi e 19 pole positions (a quattro Gp dalla fine della stagione 2021), il suo futuro adesso sarà al volante dell’Alfa Romeo. “Ovviamente cerchi di convincerti che questa cosa non ti sta influenzando– ha spiegato il finlandese al podcast della F1 ‘Beyond the Grid’- Cerchi di bloccare qualsiasi pensiero negativo, ma quando iniziano ad esserci un sacco di voci – cosa che può accadere in Formula 1 – di sicuro, non aiuta e c’è una distrazione anche se si cerca di ridurla al minimo”.
Bottas ha rincarato con parole dure: “Penso che ci siano state alcune volte in cui non mi sono trovato in una situazione facile con i contratti, con le chiacchiere e con tutto il rumore di sottofondo. Toto pensa che la pressione sia un bene per me: sono d’accordo, la pressione per un certo periodo di tempo è buona, ti fa ottenere di più. Ma se hai pressione a livello contrattuale per nove anni, stagione dopo stagione, inizia a mangiarti da dentro“. Non mancano i rimpianti, su tutti quello di aver trascorso così tanto tempo al top senza poter conquistare un titolo mondiale. “Alla fine vincere è l’obiettivo e il sogno da quando ero un bambino. Qualsiasi cosa faccio è per questo: essere il campione. Quindi in un certo senso mi sembra un fallimento il fatto che non sono stato in grado di raggiungere questo obiettivo con la Mercedes. Ma d’altra parte ho provato tutto quello che potevo e ho dato tutto. Quindi semplicemente non doveva essere così. Almeno, per ora”.
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