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Maurizio Arrivabene saluta, la Ferrari promuove Mattia Binotto. È questa l’indiscrezione lanciata da ‘La Gazzetta dello Sport’, nell’edizione di lunedì 7 gennaio, secondo la quale nelle prossime ore il team di Maranello ufficializzerà il cambio al vertice. L’ex numero uno del marketing di Philip Morris, dopo quattro stagioni, lascerà il ruolo da team principal al direttore tecnico Binotto che prenderà il timone della Ferrari per il Mondiale 2019 di Formula 1.
Tra le motivazioni del cambio al vertice, secondo quanto riportato dall’articolo a firma di Luigi Perna e Paolo Ianieri, vi è soprattutto la gestione sportiva delle ultime due stagioni (2017-2018) con una macchina in grado di contendere il campionato alla Mercedes e a Lewis Hamilton ma incapace di giocarsela fino agli ultimi appuntamenti (a differenza degli anni di Stefano Domenicali e Fernando Alonso). In particolare i risultati insoddisfacenti del 2018 con una SF71H vincente da subito, due vittorie e tre pole position nei primi 4 GP, che però ha chiuso il campionato con quasi 100 punti di distacco dal duo Hamilton-Bottas. Tra errori individuali di Vettel ed errori strategici al muretto, si aggiunge anche una discutibile strategia a livello mediatico con Arrivabene che spesso (nei momenti di difficoltà) ha criticato lo sviluppo tecnico della monoposto piuttosto di affrontare e approfondire la crisi di risultati e personale di Vettel.
Il tutto in una stagione caratterizzata dalla morte del presidente Sergio Marchionne che ha creato choc profondo e disorientato la squadra. Nonostante ciò proprio l’ex numero uno della Rossa aveva prospettato il quadro attuale e il team di Maranello, negli ultimi mesi, ha seguito la sua volontà. Addio a Raikkonen con l’approdo del giovane promettente Leclerc (che dal prossimo anno affiancherà Vettel) e infine addio a Marchionne, in ottica promozione Binotto.