[the_ad id=”445341″]
[the_ad id=”10725″]
Antonio Giovinazzi, pilota dell’Alfa Romeo si è confidato durante un lungo meeting online con gli studenti della Motorsport Technical School. Il pilota automobilistico italiano ha svelato i suoi rituali scaramantici prima di gareggiare: entra nell’abitacolo sempre dal lato sinistro, gesto che ripete da quando giovanissimo correva in karting e non rinuncia a fare il segno della croce prima di ogni partenza. Durante questo periodo di stop, il pilota ha raccontato di essersi allenato molto duramente, anche due o tre volte al giorno: “Voglio restare sul pezzo e farmi trovare pronto nel momento in cui si ricomincerà. Per me sarà una stagione molto importante e voglio fare bene”. Giovinazzi ha affermato di aver trascorso molto tempo con il simulatore, strumento di cui è un grande esperto: “Il simulatore è uno strumento molto importante perché permette di migliorare tantissimo la monoposto. Con il divieto dei test è diventato uno strumento di sviluppo. Però quando ho affrontato la mia prima stagione in F1, sono arrivato all’Alfa Romeo da esordiente, nonostante avessi trascorso due anni sul simulatore della Ferrari. È stato per me come ricominciare un nuovo lavoro perché la gestione della gara si impara solo in pista.Lo step avanzato è quello del simulatore che hanno i team di F1: non è solo una postazione di guida, ma si è in una navicella che non è statica e grazie agli attuatori è possibile “sentire” un po’ la macchina. Ecco perché si può migliorare la macchina e quindi diventa importante dare i giusti feedback agli ingegneri per il suo sviluppo. Poi si entra in macchina, quella vera, e allora sale l’adrenalina”. Per Giovinazzi è importante anche saper gestire la propria forza mentale durante il GP: “Rappresenta una bella percentuale nella prestazione di un pilota che deve riuscire a mantenerla al massimo nell’arco di 21-22 gare della stagione. Devi essere allenato fisicamente e forte mentalmente”.
[the_ad id=”248876″]
[the_ad id=”668943″]
Infine, il pilota dell’Alfa Romeo ha voluto approfondire anche il rapporto con i tecnici, ingegneri e meccanici: “Il tempo che passo con gli ingegneri durante il week end è l’80% perché ci sono tantissimi meeting. Quello che mi segue è la persona con cui parlo di più perché è colui che mi aiuta a migliorare la macchina e ad approcciare il week end nel modo giusto. Con lui mi confido un po’ di più. Un buon rapporto tra pilota e ingegnere dipende dal carattere dei due. Ci sono piloti che preferiscono avere nel weekend solo un rapporto professionale, parlando solo di F1. Altri hanno bisogno di sentire anche un po’ di affetto dal proprio ingegnere per dare il meglio. E questo è proprio il mio caso. Cerco di instaurare un buon rapporto con la persona che ho di fronte e provo a frequentarlo anche al di fuori dell’autodromo. Mi piace conoscere gli hobby di quella persona o gli argomenti di cui possiamo parlare al di fuori del lavoro per rendere il clima migliore. Ammiro moltissimo anche i meccanici di F1 perché la loro è una vita veramente sacrificata: senza passione non sarebbe impossibile resistere a lungo. Non hanno un momento di pausa nell’arco del weekend di gara. E non appena ne è finito uno si prepara quello successivo. La determinazione è un qualcosa d’importante non solo nello sport ma nella vita”.
[the_ad id=”676180″]