La domenica è il giorno dell’esaltazione, il lunedì quello delle analisi. In casa Ferrari il Mondiale di F1 2022 è iniziato come meglio non avrebbe potuto, con la clamorosa doppietta Leclerc-Sainz a quasi tre anni di distanza (910 giorni dopo) dall’ultimo successo della scuderia di Maranello del Circus, con tanto di pole e giro veloce che fanno sì che la Rossa si sia presa letteralmente tutto quello che si poteva prendere a Sakhir. In molti a questo punto si chiedono: è stato un exploit casuale o quest’anno finalmente la macchina è competitiva?
Pur essendo sprovvisti della sfera di cristallo, è già possibile farsi un’idea, almeno limitatamente al mese di marzo. Se nei test – tra Barcellona e Bahrain – la vettura aveva mostrato di aver fatto quel salto di qualità necessario per competere per il titolo, interpretando in modo aggressivo le pieghe del nuovo regolamento, in gara a Sakhir quanto visto nei test è diventato conferma. La Ferrari è stata – al pari della Red Bull – la macchina più veloce in pista, ma non solo: Leclerc ha avuto il miglior passo gara, simile a quello del pilota olandese che però fino al terzo pit stop pagava puntualmente due decimi al giro in media al monegasco. Nel dettaglio, 1.37.56 per Leclerc, 1.37.71 per Verstappen, per salire a un 1.37.92 di Sainz, 1.38.03 di Perez e 1.38.25 di Hamilton. Numeri chiari che evidenziano una superiorità in casa Ferrari.
Leggermente più lento Sainz, che però come suo solito – e come anche Leclerc – ha gestito ottimamente le gomme. Proprio la gestione degli pneumatici è stato un altro dei punti di forza della Ferrari: gli stint sono stati equilibrati, non ci sono stati crolli di prestazione (come avvenuto, per esempio, a Perez), tutto è andato per il verso giusto anche nella strategia rossa-gialla che ha consentito di rispondere in modo efficace ai tentativi del team austriaco. Poi, la differenza in pista l’ha fatta anche Leclerc, capace di resistere a tre sorpassi dell’olandese, ma il team nel complesso è stato perfetto nel rispedire in pista per due volte nei tentativi di undercut la macchina numero 16 davanti a quella del campione del mondo.
Male, dal punto di vista della velocità, la Mercedes: la vettura di Hamilton, così come quella di Russell, è stata evidentemente più lenta di Ferrari e Red Bull e giro dopo giro il divario si è acuito. Il passo gara è deficitario e la macchina sembra difficile da guidare, ma con le dovute correzioni il team potrà sicuramente recuperare terreno. Del resto, il terzo e quarto posto in Bahrain è grasso che cola, visto che la Mercedes era nettamente la terza forza in pista, peraltro con un disastroso tentativo di montare le gomme bianche dopo pochi giri per poi toglierle troppo presto in virtù di un ovvio scarso rendimento. Ma, e arriva la nota dolente per la Red Bull, in Bahrain è emersa una differenza tra le vetture a livello dell’affidabilità. La Ferrari, da questo punto di vista, è stata perfetta, la Mercedes ha tenuto botta, la Red Bull un disastro. Entrambe le vetture fuori nel finale per lo stesso problema, ci sarà tanto da riflettere per Horner perché la velocità e la guidabilità senza l’affidabilità mostrata nel 2021 rischia di far saltare tutto il progetto.