E’ stato un Gran Premio di Miami un po’ agrodolce per la Ferrari, che se da una parte portando sia Leclerc che Sainz sul podio dimostra di essere estremamente competitiva, dall’altra mai come sul nuovo circuito americano deve prendere coscienza che, al di là dei problemi di affidabilità, questa Red Bull è davvero ancora la macchina da battere. La vittoria di Max Verstappen non era scontata, visto che dopo le magnifiche qualifiche del monegasco e dello spagnolo, con un errorino dell’olandese, avevano relegato il campione del mondo in carica alla partenza dalla seconda fila, ma per quanto visto non è mai stata in discussione. Ne aveva semplicemente di più il classe 1997, che però ha dovuto cogliere l’occasione già alla partenza, quando ha bruciato Sainz e ha anche rischiato il contatto pur di passare.
E’ stato quello il momento decisivo, visto che in questo modo Max è riuscito a restare a contatto di Leclerc, per poi far valere la miglior gestione della gomma media e la maggior velocità negli ultimi due settori, restando sotto al secondo e piazzando un facile sorpasso al momento giusto. Nel corso della gara, tra pit stop e qualche giro non velocissimo di Leclerc, il distacco era salito a sette secondi, soltanto la safety car nel finale causata da Norris ha riaperto qualche speranza per la Ferrari, ma il passo dei due con le hard era simile: Leclerc le ha gestite un po’ meglio, ma pur avvicinandosi tantissimo a Verstappen, non ha mai trovato lo spunto giusto per azzardare il sorpasso. Spunto che, invece, sembrava avere Perez per passare Sainz con le gomme gialle, fortuna che nel tentativo di sorpasso con un lungo ha vanificato tutto, regalando il podio allo spagnolo del Cavallino.
Alle loro spalle, la Mercedes emerge ancora come terza forza di un pacchetto di mischia però molto variegato e senza che traspaia l’effettiva supremazia delle Frecce d’Argento, che piuttosto si trovano lì a ridosso quasi un po’ per caso: Bottas regala loro la quinta piazza con un errore incomprensibile, Russell fa ancora una volta meglio di Hamilton permettendosi di sorpassarlo più di una volta. Con Alonso penalizzato, due punti per Albon sulla Williams, mentre delude proprio in casa la Haas, con un Magnussen mai in palla e Mick Schumacher che rovina tutto nel finale travolgendo il povero Vettel.