E’ stata una Ferrari dominante in Australia. Se due indizi non fanno una prova, tre sì: e al terzo appuntamento del Mondiale di Formula 1 è ormai chiaro come la scuderia di Maranello abbia messo a punto una vettura capace di competere concretamente per vincere il titolo che manca dal 2007 per quanto riguarda i piloti e dal 2008 per quel che concerne i costruttori. La vittoria di Leclerc è stata cristallina, senza appello per i rivali, mai in discussione e figlia di un passo gara evidentemente favorevole al Cavallino sia nei confronti della Red Bull che soprattutto della Mercedes.
PASSO GARA – Al netto di Sainz che ha terminato prematuramente la sua gara, purtroppo frutto di una qualifica disastrata che ha portato poi all’errore nei primi giri a Melbourne a causa della pressione della rincorsa, c’è il leader della classifica Leclerc che vince per la seconda volta e che come in Bahrain è il più veloce dal punto di vista del passo gara con una media di 1.23.6 nel primo stint, 1.23.7 nel secondo stint e un vantaggio su Verstappen che oscilla tra i tre e i sette decimi al giro. Netto il predominio del monegasco nei confronti del campione del mondo in carica, che giro dopo giro perde terreno prima del clamoroso ritiro per i nuovi problemi di affidabilità riscontrati dalla Red Bull che si consola con il secondo posto di Perez.
QUESTIONE DI AFFIDABILITA’ – Ecco, è anche l’affidabilità a fare la differenza tra le super potenze del Mondiale. La Ferrari va a gonfie vele e Leclerc si prende anche il lusso di cercare giri veloci nel finale anziché gestire, la Red Bull cola a picco col secondo ritiro per Verstappen, il terzo per il team e il sesto su dodici partenze per le power unit Red Bull/Honda, la Mercedes ne approfitta e pur non avendo un passo esaltante si ritrova di nuovo in terza e quarta posizione come in Bahrain. Hamilton e Russell, però, fanno francamente fatica e sono quasi spettatori degli eventi.
GESTIONE GOMME E SAFETY CAR – L’altro tema fondamentale è quello della gestione delle gomme: la Ferrari e la Mercedes si trovano a proprio agio sia nel primo stint che nel secondo, in una strategia che per quasi tutte le monoposto è stata quella dell’unica sosta con passaggio da media a hard. E’ magistrale la costanza prestazionale di Leclerc e della Ferrari in chiave pneumatici: pochissimo graining sulle sue C3, come invece visto in modo massiccio sull’olandese classe 1997, tanto da poter spostare di cinque giri il piano A per il pit-stop. E con le mescole dure, ancora una volta è soltanto quello della seconda safety car l’unico momento di rischio per Leclerc, che resiste alla grande sfruttando un’ottima velocità di punta al tentativo di attacco di Verstappen, che non affonda il sorpasso e da lì in avanti perde quasi un secondo al giro prima di ritirarsi.
GLI ALTRI – Venendo alla gara degli altri, encomiabili le McLaren che dopo due gare terribili in medio oriente ritrova i punti e prova a riscattarsi con Norris e Ricciardo che sono i primi degli inseguitori. Un vero peccato per Alpine: aveva un gran passo per puntare anche alle posizioni di rincalzo subito alle spalle del podio, ma Alonso fa i conti con problemi di affidabilità nel finale dopo le qualifiche in cui con un errore aveva buttato via una probabile seconda fila. L’AlphaTauri continua a faticare e Gasly non riesce a brillare, pesante passo indietro in casa Haas, mentre l’ Alfa Romeo si difende con l’ottavo posto di Bottas. Solite grosse difficoltà per Aston Martin e Williams che sembrano le più fragili a livello di pacchetto, anche se la scuderia inglese con una tattica spregiudicata consente ad Albon, partito ultimo, di arrivare decimo cambiando le gomme per lo smarcamento obbligatorio della mescola soltanto all’ultimo giro.