Possibile futuro in Africa per la Formula 1, che vuole espandersi anche nell’unico continente in cui non si disputa neppure un Gran Premio e spera di farlo al più presto. Il circus strizza ormai da tempo l’occhio al continente nero e non è un caso che i recenti FIA Awards, in cui Max Verstappen e gli altri piloti sono stati premiati al termine della stagione, si siano svolti a Kigali, capitale del Ruanda. L’altro paese interessato a ospitare una gara è il Sudafrica, ma in ogni caso ci vorrà del tempo.
Assente dal 1993
L’ultimo Gran Premio di Formula 1 andato in scena in Africa risale al 1993, vale a dire 31 anni fa, quando i piloti corsero sul circuito di Kyalemi, nei pressi di Johannesburg, la città più grande del Sudafrica. Ai tempi si trattava della normalità, tanto che ammontano a 23 le gare disputate nel continente africano. Negli ultimi tre decenni, invece, la F1 ha fatto tappa altrove, ma punta a invertire questo trend.
Il Ruanda insiste per un GP
Il paese che al momento sembra favorito per ospitare una gara è il Ruanda, che da tempo ha espresso le proprie intenzioni di accogliere i 20 migliori piloti del pianeta. Lo ha ribadito a più riprese il presidente del paese, Paul Kagame, che a Kigali ha ospitato di recente i vertici della FIA: nella capitale si è infatti svolta l’ultima Assemblea Generale, in cui sono stati definiti i principi-guida per il Mondiale 2026.
Problema tempistiche
A livello economico, un GP in Ruanda sarebbe verosimilmente un’operazione win-win. Tuttavia c’è un problema non da poco: manca il circuito. Il Ruanda ha già dato garanzie economiche ed è pronto a farsi carico della costruzione del nuovo tracciato, che peraltro ricorrerebbe ad alcune strutture già esistenti nell’aeroporto di Kigali. Al di là del calendario fitto e di alcuni contratti del 2025 in scadenza, ci sono delle tempistiche da rispettare: per il nuovo circuito servirebbero due anni per la costruzioni, poi bisognerà attendere l’omologazione e il collaudo. Non a caso, si parla di un possibile ingresso di Kigali in calendario solamente nel 2029.
Il Sudafrica non resta a guardare
L’altro paese africano che punta a cogliere le opportunità della Formula 1 è il Sudafrica. Il vantaggio è che il circuito è già presente (si tratta proprio di quello di Johannesburg, dove si correva fino a inizio anni Novanta), anche se non sono da escludere alternative come Western Cape e Free State. A tal proposito, il ministro dello Sport Gayton McKenzie ha reso nota la formazione di un comitato direttivo al fine di scegliere un promoter e presentare una candidatura ufficiale. In questo caso le tempistiche sarebbero ridotte e il ritorno nel circus potrebbe avvenire già nel 2027.
Le parole di McKenzie
Il comitato fornirà tutte le informazioni necessario su come presentare una candidatura ufficiale. A fine febbraio diremo al governo di aver trovato il promoter che realizzerà il miglior GP possibile. A decidere la sede saranno il comitato e il governo, ma mi sento di dire che Kyalami è la storia. Abbiamo le aziende disposte a investire e abbiamo bellissime persone. Non so su quali basi possano dirci di no.
L’importanza di Lewis Hamilton
Nelle parole che il ministro McKenzie ha pronunciato in occasione di una conferenza stampa che si è tenuta sul circuito di Johannesburg, non è mancato un ‘grazie’ a Lewis Hamilton: “Da tanti anni sta combattendo da solo per riportare la Formula 1 in Africa. La sua resilienza ha ispirato la nostra candidatura e faremo il possibile per realizzare il suo sogno di correre nel nostro Paese”.