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Dalla Williams alla Mercedes, dalle stalle alle stelle. Avendo però assaggiato cosa vuol dire guidare per la scuderia che si è comunque aggiudicata il titolo costruttori, e che ogni anno è la favorita anche per quello piloti. George Russell, il predestinato inglese, dopo aver guidato le Frecce d’Argento nel 2020 per via del Covid di Hamilton, adesso sarà proprio il compagno del sette volte campione del mondo, ma non per fargli da maggiordomo come il collega finlandese Bottas. Russell è stato chiamato a bruciare le tappe per vincere fin da subito, togliere punti alle Red Bull e a una ritrovata Ferrari, a prendere immediatamente confidenza con la nuova macchina per aiutare Hamilton a battere tutti i record chiudendo la carriera con altri sorrisi e non col malumore di Abu Dhabi.
Ci riuscirà subito? Difficile dirlo: è possibile che Russell possa essere costretto a un periodo di ambientamento forzato, anche alle logiche di un team del genere, con tutto il rispetto per la Williams che peraltro negli ultimi anni aveva portato a casa quei pochi punti proprio per gli exploit del classe 1998. Come per esempio il suo primo e unico podio in carriera, ottenuto peraltro in una pista come Spa, anche se dopo la gara farsa sui due giri in cui però aveva trovato il secondo tempo in qualifica con la Williams. E su uno dei tre gradini dovrà andarci spesso in stagione per non deludere le attese. Le aspettative su di lui sono tante, e si potrebbe dire che far rimpiangere Bottas non sarà troppo complicato, ma tra questo e diventare uno dei protagonisti della stagione ce ne passa. Il talento è cristallino, ora servirà capire se si tratta di un pilota capace di compiere il salto definitivo e giocarsi con la nuova generazione i prossimi titoli mondiali, oppure dovrà essere ridimensionata la sua carriera nel Circus. E il 2022 potrà già darci le prime informazioni in tal senso.
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