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Marzo è già iniziato, i motori stanno per accendersi ma tutto è ancora in dubbio. L’emergenza coronavirus mondiale, dopo aver annullato le prime due tappe di MotoGP in Qatar e Thailandia, rischia di compromettere l’avvio anche del Mondiale 2020 di Formula 1. Con il Gran Premio d’Australia ancora in dubbio (seppur momentaneamente confermato dagli stessi organizzatori) e con il Gran Premio di Cina cancellato già da un mese, a causa dell’epidemia nata proprio in territorio cinese a Wuhan, la seconda e la terza tappa del calendario ora sono a forte rischio. Stiamo parlando di Bahrain e Vietnam, due paesi nei quali le restrizioni già ora sono ferree ed importanti.
Sebbene la F1 abbia emesso un comunicato sul monitoraggio continuo della situazione, al lavoro a stretto contatto con autorità e organizzazioni preposte, in Bahrain e in Vietnam sono già in atto misure contenitive. Il Bahrain, tappa in programma il 22 marzo (esattamente una settimana dopo Melbourne), ha vietato temporaneamente l’ingresso a cittadini stranieri che negli ultimi 14 giorni hanno visitato Italia, Iraq, Cina, Hong Kong, Iran, Thailandia, Singapore, Malesia e Corea del Sud. “I ministri hanno preso alcune misure per salvaguardare la salute dei cittadini e nel contesto di queste iniziative crediamo che questa preparazione potrà consentire di avere un GP sicuro e di successo“. Situazione leggermente differente in Vietnam (tappa in programma il 5 aprile) dove ai viaggiatori provenienti da Cina, Hong Kong, Corea del Sud, Italia, e Iran è stata imposta una quarantena (preventiva) di 14 giorni prima di entrare nel Paese.
Tutto ancora in dubbio, il motorsport attende di conoscere il proprio futuro. Ma tutto, al momento, è confermato e i team sono già al lavoro per presentarsi a Melbourne per la prima uscita stagionale. La F1 ai tempi del coronavirus la si vive così.
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