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A Baku vince la Red Bull, vince un po’ la noia, ma non vince Max Verstappen. E anzi, è autorizzato a schiumare rabbia. Perché dietro la vittoria del Checo Perez, strepitoso per tutto il weekend e bravissimo a non crollare mai nei tempi sul giro, spingendo su una pista che evidentemente gli porta bene, visto che è il primo a vincere per due volte qui, e che conferma la sua attitudine per i circuiti cittadini (sei vittorie in tutto nel Circus, cinque tra i muri strettissimi) c’è anche un grosso errore strategico del team austriaco in quello che è stato l’unico momento non soporifero del GP, quando DeVries l’ha messa nel muro ed è entrata la Safety Car.
Un attimo prima, ma era ovvio che ci sarebbe stato l’intervento dei commissari, il pit-stop dell’allora leader della gara, che dopo essersi sbarazzato di Leclerc non era scappato nei primi dieci giri, ed ecco che tutti i suoi rivali perdono la metà del tempo per fermarsi. Perez e Leclerc sono davanti, il monegasco viene passato per la seconda volta alla ripartenza, ma il messicano difende e incrementa il vantaggio fino alla fine, guidando divinamente. E il nervosismo di Max non può che aumentare: trovato il giro veloce all’ultimo giro, glielo soffia subito George Russell, che ha ancora voglia di acuire la faida con il due volte campione. Dopo lo squarcio di ieri, gli ruba oggi un punto.
La doppietta Red Bull c’è, è la terza in quattro gare e il Mondiale per ora se lo giocano Verstappen e Perez, due vittorie a testa, ma dietro comincia timidamente a farsi vedere la Ferrari. Che a Baku trova il primo podio stagionale, grazie a un’ottima prova di Charles Leclerc, che detta della superiorità degli austriaci, per il resto gestisce bene e blinda il terzo posto. Sainz quinto, ma non ha mai trovato feeling in Azerbaigian, in mezzo Alonso che è come sempre lì a ridosso: tre podi e un quarto posto, che bottino per l’immortale pilota Aston Martin. Leclerc torna a vita e la Ferrari ritrova il sorriso: c’è ancora distanza siderale e le pole non bastano, perché poi il passo gara e la gestione gomme fanno ancora soffrire, ma la strada imboccata è quella giusta, e porta direttamente a Miami, dove si corre subito e si cercano importanti conferme.
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