[the_ad id=”445341″]
Come negli scorsi quattro weekend di gara, anche il day after di Monza c’è il solito refrain: Max Verstappen alieno, imprendibile, il Mondiale è suo. E così in effetti è, visto che il Gran Premio d’Italia, seppur con una lotta piĂ¹ serrata con un’ottima Ferrari, va ancora una volta al campione del mondo in carica, che si è dimostrato capace di gestire le gomme in modo sublime, allungando a dismisura il primo stint sulle soft per poter così puntare su una strategia a una sosta (al di lĂ del secondo pit stop “gratis” in regime di safety car che altrimenti non avrebbe fatto). Anche in una giornata in cui, forzata dalla marea rossa sugli spalti, la scuderia di Maranello decide di attaccare e di provare una strategia diversa dai competitor, la Red Bull non si scompone e dimostra perchĂ© sono lì in testa a dominare. Sanno di avere una macchina praticamente perfetta e un pilota (Perez è ancora altalenante e in difficoltĂ ) in grado di fare la differenza. Leclerc lotta come un leone, Sainz compie una rimonta da favola, ma alla fine bisogna raccontare di un altro successo, peraltro con l’ennesima rimonta, del fuoriclasse olandese.
Cosa è andato storto? Di certo non il passo gara, perchĂ© quello di Leclerc è perfettamente in linea con quello di Verstappen, anche se non si puĂ² non considerare il fatto che il monegasco abbia avuto il vantaggio sostanziale di fermarsi due volte e dunque di montare gomme piĂ¹ fresche del rivale. Ma a livelli di prestazioni, oggi la scuderia di Maranello non ha deluso le attese. E anche la scelta di fermarsi subito con Leclerc dopo l’incidente di Vettel non è affatto sbagliata, solo la sfortuna e l’eccessiva solerzia della direzione gara ha rovinato i piani togliendo la virtual mentre il classe 1997 era ancora ai box. Qualche secondo è stato comunque guadagnato e con una safety car nel finale, che poi in effetti c’è stata, sarebbe stato possibile sognare nel colpaccio.
Peccato perĂ² che si sia verificato quel piccolo scandalo sportivo di cui tutti parlano, con la Fia inadeguata nella gestione di sette giri finali in cui non si è stato in grado di spostare in sicurezza la macchina di Ricciardo, da vincitore lo scorso anno a “causa” di un finale rovinato con l’arrivo in regime di safety car. Una pagina brutta nel Tempio della VelocitĂ , che non ha consentito allo spettacolo di trionfare. Avrebbe vinto lo stesso Verstappen? Certamente sì, ma bisognava concludere almeno con un paio di giri veri e non dietro alla vettura verde, che peraltro ha sbagliato nel non entrare davanti al leader. E poi, quasi sicuramente Sainz avrebbe trovato il podio a discapito di Russell. Insomma, l’analisi tecnica della gara è possibile fino a un certo punto e mostra come il divario tra Red Bull e Ferrari si sia ridotto rispetto alle ultime uscite impietose, ma con un finale che di sportivo ha avuto ben poco, c’è poco altro da fare se non tirare le orecchie alla Fia per una gestione non all’altezza dello spettacolo della F1.
[the_ad id=”1049643″]
[the_ad id=”668943″]
[the_ad id=”676180″]