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“Dobbiamo capire”. Quante volte abbiamo sentito Mattia Binotto commentare così qualche evento non andato per il verso giusto in Ferrari? Tante, così come tanti sotto la sua gestione come team principal, dal 2020 a oggi, sono stati gli errori del team e i rimpianti. Ma i rimpianti si accompagnano, indubbiamente, a una graduale crescita della vettura dopo anni ancora più difficile. Non si vince dal 2007 (piloti) e 2008 (scuderia) e non c’era certo Binotto in posizione apicale all’epoca. La decadenza del team di Maranello è slegata dalla presenza del nativo di Losanna, che comunque è finito nel mirino di moltissimi detrattori tanto da essere chiesto a gran voce il suo allontanamento dal Cavallino.
Dunque, Binotto dovrebbe essere mandato via? Si era parlato di voci che volevano Vasseur, team principal dell’Alfa Romeo che quest’anno non è andata benissimo, pronto a sostituire l’attuale omologo in Ferrari che pagherebbe così anni di risalita ma senza le vittorie e con troppi errori. Va però anche detto che non è Binotto a fare le strategie in gara (Rueda potrebbe pagare con l’allontanamento), che non è Binotto ad andare a muro, e potremmo continuare all’infinito. E’ insieme agli ingegneri il responsabile della progettazione della macchina, che quest’anno era competitiva per vincere ogni gara (almeno nella prima metà) e anche per il Mondiale, poi sfumato per diversi motivi. Come nel calcio, spesso è l’allenatore a pagare per tutti, perché è più comodo mandare via un uomo anziché venticinque quando le cose non vanno.
In F1, però, non si può ragionare allo stesso modo. In primis, perché ogni stagione mette le basi su quella successiva e infatti durante il Mondiale 2022, specie una volta persa la chance di lottare per qualcosa di grande, si è pensato anche alla macchina del prossimo anno, e non avrebbe alcun senso mandar via chi è a capo del progetto e ne è il responsabile. Se dovesse andare storto l’inizio del 2023, come si potrebbero chiedere spiegazioni a Vasseur o chi per lui? In seconda battuta, il comunicato del team che ha subito smentito le voci, dimostra come Binotto abbia ancora il supporto della proprietà, altro punto a suo favore. E poi, è giusto dargli una nuova possibilità, anche perché la Ferrari è tornata seconda nel Mondiale piloti e anche in quello costruttori, e non si può interrompere il percorso di crescita su quello che sembra essere “il più bello”. Nonostante alcune difficoltà, la strada è quella giusta e l’attuale team principal merita un’altra chance, magari inserendo una figura di raccordo e di spessore come Simone Resta. Un anno ancora, poi si tirano le somme: la scelta più saggia in casa Ferrari, con buona pace di chi vorrebbe fare piazza pulita e cambiare per cambiare.
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