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Nemmeno il tempo di metabolizzare Barcellona ed ecco che la F1 fa subito tappa 600 km più a est per il secondo back-to-back della stagione: non c’è un attimo di respiro e dal circuito probabilmente più completo per una monoposto come quello della Spagna ci si trasferisce nel Principato di Monaco per la gara di Montecarlo sull’iconico circuito cittadino. Sapore molto retrò, anche se il Circus pare voglia puntare sempre di più su gare per le vie dei centri abitati, un weekend sciccoso che catalizzerà le attenzioni di tutto il mondo su tre giorni da vivere intensamente.
QUALIFICHE DECISIVE – Sì, tre giorni di fila e non quattro, visto che da quest’anno, nell’ambito di una razionalizzazione dei costi, si è deciso di fermare la prassi – unica proprio qui a Montecarlo – di disputare le prove libere al giovedì. Allineamento al venerdì, e ci sarà da lavorare tanto, visto che il momento più importante di questo anomalo Gran Premio, uno dei pochissimi a essere stato presente anche nell’anno d’esordio del Mondiale, arriva al sabato e non alla domenica. Già , le qualifiche qui costituiscono mezza vittoria. Nonostante Charles Leclerc, sul quale nella pista di casa grava probabilmente una maledizione, abbia provato a smentire negli ultimi anni questo adagio, è innegabile come su un circuito dove di fatto è impossibile superare in pista, partire davanti può aiutare davvero tanto. Al netto di errori, visto che si corre sempre radenti ai muri, e si deve fare anche i conti coi problemi di affidabilità di cui è ormai chiaro soffra la Red Bull, e purtroppo a Montmelò anche la Ferrari.
LENTA MA VELOCE – Inutile soffermarsi troppo sulle caratteristiche della pista: è qualcosa di unico, ha i suoi detrattori, ma in un lungo calendario è assolutamente doveroso correre qui e godersi l’atmosfera unica. Siamo in un centro abitato, in una delle località turistiche più conosciute al mondo, si tratta della gara più “lenta” (anche se comunque veloce in senso assoluto) dell’intero Mondiale, consterà di 78 giri da percorrere, ciascuno pari a 3.337 metri, per un totale di 260.286 km. Record della pista che appartiene a Hamilton in 1.12.909 (2021), Mercedes che sta facendo dei passi avanti dopo l’avvio disastroso.
MALEDIZIONE NERA – E in mezzo al glamour, c’è da stare attenti: ogni minimo errore qui è fatale. Lo sa bene Leclerc, che come dicevamo qui fa i conti con una maledizione in casa. Nel 2017 in F2 con la Dallara ebbe un problema e fu costretto al ritiro, nel 2018 da rookie in F1 cerca la zona punti ma si rompono i freni e deve ritirarsi. Nel 2019, primo anno in Ferrari, il disastro: dal muretto sbagliano la strategia in qualifica e parte addirittura sedicesimo, prova a rimontare in gara ma danneggia il fondo e deve ritirarsi. Nel 2020 il GP non si disputa per il Covid, ma nel 2021 nuovi guai: Leclerc ottiene la pole position ma al contempo danneggia la sua Ferrari andando a muro. Il team non sostituisce il cambio ritenendo che sia tutto ok, pochi minuti prima della gara l’amara sorpresa: il cambio non va, non può nemmeno partire.
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