Se consultate il calendario delle emozioni di un ferrarista certamente la data dell‘8 ottobre 2000 sarà cerchiata di rosso. Una data simbolica, storica ed emozionante per la Scuderia Ferrari che dopo 21 anni dall’ultimo titolo ottenuto da Jody Scheckter nel 1979 torna al trionfo grazie a Michael Schumacher. Al suo quinto anno con il team di Maranello, il tedesco riporta il titolo iridato in Italia grazie alla vittoria matematica centrata al Gran Premio del Giappone. A Suzuka va in scena un duello intenso con Mika Hakkinen, pilota McLaren a caccia del terzo Mondiale consecutivo dopo aver vinto nel 1998 e 1999. E a spuntarla è Schumi con la strategia, la furbizia e con grande concentrazione su un tracciato ricco di insidie.
A far da padroni della gara sono proprio Schumacher e Hakkinen con il tedesco che parte dalla pole position e condivide la prima fila della griglia di partenza con il proprio rivale. Mika, staccato in classifica di otto punti, per vincere il titolo deve per forza chiudere il GP davanti a Schumi e sperare che la concorrenza metta in difficoltà il tedesco. Alla partenza, infatti, Hakkinen si prende immediatamente la prima posizione davanti a Schumacher ma giro dopo giro i due staccano completamente il gruppo composto da Coulthard, Ralf Schumacher, Barrichello, Irvine e Button.
La gara prosegue con l’inseguimento di Schumi ad Hakkinen con il finlandese che si ferma al 22° giro per il primo rifornimento al quale il tedesco risponde due giri più tardi. Il distacco, però, è limitato e il pilota della McLaren soffre la costanza di Schumacher: al 37° giro Mika va al box per il secondo riferimento mentre Schumi riesce a spingere altri tre giri per poi tornare ai box e uscire davanti al rivale. Il tentativo di inseguimento di Hakkinen è nullo perché al taglio del traguardo è il ferrarista a esultare. Tutta l’Italia, quella domenica, si svegliò col sorriso: dopo 21 anni il titolo torna nelle mani di un pilota Ferrari e Suzuka 2000 è solo l’inizio di una lunga cavalcata per Michael in Rosso.
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