Novantuno vittorie in carriera, l’ultima in quel di Shanghai. La carriera di Michael Schumacher, leggenda della Formula 1, potrebbe contare un titolo in più rispetto ai sette conquistati tra Benetton e soprattutto Ferrari. E dopo quella domenica 1° ottobre del 2006 le possibilità erano davvero alte. Fu il Gran Premio di Cina l’ultima gioia del tedesco che solamente qualche settimana prima, a Monza, annunciò la volontà di ritirarsi (salvo poi tornare in gara solamente nel 2010. Proprio nella “sua” Italia, patria della Ferrari, dove tornò a vincere dopo l’ottavo posto in Ungheria e il terzo in Turchia: risultati che avevano reso ancor più incerta ed entusiasmante la battaglia con Fernando Alonso, all’epoca suo primo rivale in Renault.
E quella domenica a Shanghai si prospettava un dominio da parte della scuderia francese che in qualifica monopolizzò la prima fila piazzando il campione del mondo in carica, Alonso, davanti al compagno di squadra Fisichella. Seconda fila tutta Honda con Barrichello-Button mentre Schumi si accontentò della sesta casella della griglia di partenza al fianco della McLaren di Raikkonen (suo successore in Ferrari). In realtà chi conosce bene il mondo delle corse sa che dinnanzi alla pioggia tutto può succedere e talvolta le posizioni di partenza poco contano. Serve concentrazione, tanto talento e un pizzico di fortuna per gestire situazioni complicate e spesso imprevedibili.
Di mezzo c’è anche la strategia e il lavoro degli ingegneri ai box nel tentativo di indovinare la giusta tempistica per dei pit stop necessari ad assecondare l’evoluzione della pista. Quella domenica, infatti, venne caratterizzata inizialmente da una pista umida. Ma le gomme da bagnato nel finale di gara vennero sostituite con mescole da asciutto: un cambio che penalizzò Alonso a causa di un pit-stop più lungo rispetto a quello di Fisichella e Schumacher. Fu così che, con l’italiano leader della gara, Schumi dopo essersi sbarazzato in precedenza delle Honda e di Raikkonen, con un memorabile sorpasso in curva-1 su Fisichella, con mezza vettura sull’erba, si prese la leadership della gara. E a nulla servì lo switch tra Fisichella e Alonso nel tentativo di concretizzare un’ultima rimonta dello spagnolo. A Shanghai trionfò Schumacher, per l’ultima volta in carriera. Per l’ultima volta in quel Mondiale che venne rovinato dal beffardo ritiro per problema tecnici in Giappone, la tappa successiva.
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