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Difficilmente nella Formula 1 moderna una sosta in più rischia di essere la carta vincente. Col passare degli anni le gare si sono appiattite, passando dalla massima velocità con la massima prestazione a dei GP talvolta fin troppo dettati dalla strategia e dalla gestione gomme. Ma quando un pilota torna ai box, specialmente negli ultimi giri, si crea tensione e insicurezza nel resto del gruppo. È ciò che è accaduto nei giri finali del Gran Premio d’Ungheria 2019 dove a lottare per la vittoria furono Max Verstappen e Lewis Hamilton.
L’appuntamento odierno de ‘L’angolo del ricordo’ è dedicato proprio alla tappa dello scorso anno all’Hungaroring con Max in pole e Lewis costretto a inseguire la Red Bull dell’olandese. In una pista dove difficilmente si trovano gli spiragli giusti per superare una vettura, Verstappen fu concreto e intelligente in tutte le sue difese contro Hamilton. Ma il britannico, grazie alla geniale idea del muretto box Mercedes, riuscì a estrarre il coniglio dal cilindro.
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Mossa cinica da parte delle Frecce d’argento che nel finale di gara richiamarono Hamilton per un nuovo cambio gomme nel tentativo di ricucire il gap con il consueto ‘Hammer-time’. E fu proprio così perché dopo essersi liberato di tutte le difficoltà , con soli 12 giri dal termine Lewis si ritrovò a 12 secondi di gap da Verstappen. Con pista libera e dunque aria pulita davanti, il britannico a partire dal 63° giro annullò i restanti 6 secondi per poi attaccare agevolmente Max. Una guida da maestro per uno dei consueti capolavori di Lewis: inseguimento da brividi.
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