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Tanto rumore per nulla. La sprint race dell’Austria, accorciata di un giro per i guai di Alonso e Zhou prima del via, non regala voli pindarici sul fronte dello spettacolo e incorona ancora una volta Max Verstappen, che scatta davanti a tutti, è bravo alla partenza a mettere all’angolo Leclerc, quindi deve solo compiere 23 giri nel migliore dei modi, e lo fa prendendosi otto punti. Se scappa via, oltre al fatto di essere un pilota fenomenale e di avere una gran macchina, è anche perché tra le Ferrari nei primi giri è lotta vera. Se da una parte è ammirevole che il team lasci libertà ai piloti, è anche vero che questo atteggiamento quasi anarchico rischia di mandare a monte le ambizioni di Mondiale. E così, ancora una volta, i tifosi del Cavallino hanno dovuto trattenere il respiro per i continui sorpassi e controsorpassi. L’ultimo, premia il monegasco e costringe Sainz a un bloccaggio che lo distanzia, per fortuna senza mettere a rischio la terza posizione da un Russell costante ma privo di smalto.
Dopo il caos di ieri, la gara sprint è un toccasana per Sergio Perez, il maestro delle rimonte, che ne piazza un’altra delle sue quando va a rimontare dalla tredicesima fino alla quinta casella. Bene le due Haas e il loro gioco di squadre, sfrontato Mick Schumacher nella difesa strenua su Hamilton che alla lunga però passa. Alla fine, bene o male, cambiano poche posizioni rispetto alle qualifiche: quello che si è divertito di più, non ci sono dubbi, è un Alexander Albon che si mette a speronare piloti a destra e a manca, beccandosi la penalizzazione. Fuori Norris, poi fuori Vettel, pericolo pubblico.
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