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Da marzo fino all’ultima settimana di novembre. Di strada se n’è fatta tanta e la Formula 1 è pronta a chiudere i battenti per andare a riposo dopo un’altra intensa stagione. L’Australia e le aspettative di inizio di stagione per la Ferrari sono soltanto un vecchio ricordo, memorie cancellate dai numerosi eventi accaduti durante il corso dell’anno. Il filotto della Mercedes, le prime pole svanite nel nulla, poi il tris di vittorie tra Belgio, Italia e Singapore, prima di cadere nuovamente nel baratro. Quel poco da salvare in un 2019 altamente deludente, considerati i pronostici dopo i test di Barcellona, è stato completamente oscurato dal botto di Interlagos. Ma Sebastian Vettel e Charles Leclerc ad Abu Dhabi dovranno cancellare del tutto le scorie brasiliane, per altro protrattesi per oltre una settimana in commenti, pensieri e dibattiti tra giornali e social.
IL SITO UFFICIALE DELLA SCUDERIA FERRARI
LA PROGRAMMAZIONE INTEGRALE DEL GRAN PREMIO DI ABU DHABI
ABU DHABI PER RICOMINCIARE – Lungo tutto il 2019 si è parlato del dualismo interno tra i due piloti nonostante né Seb né Charles fossero in lotta per un qualcosa di importante. La sola gloria di una singola tappa, il prevalere in qualifica: amare soddisfazioni da un lato o dall’altro lato del box. Tre vittorie in venti gare sono un bottino davvero povero, evidente segnale di mancata competitività e mancato cinismo tra strategie ed errori dei singoli piloti. Due portano la firma di Leclerc, una di Vettel, ma questo ormai poco conta quando si è arrivati all’ultima tappa, specie se Max Verstappen è balzato in terza posizione nella classifica piloti davanti ai due ferraristi. L’incidente del Brasile tra le due Rosse ha mandato tutto in frantumi facendo alzare un polverone in vista della prossima stagione. Vettel e Leclerc possono convivere? Come si atteggeranno nei prossimi GP? La relazione è compromessa? Fortunatamente avremo un primo riscontro in pista, ad Abu Dhabi, dopo la tirata d’orecchie da parte del team principal Binotto. E Abu Dhabi può e deve essere un punto d’inizio dopo un anno in cui il problema del dualismo si è sottovalutato di fronte alla crescita smisurata di Leclerc.
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TABU’ YAS MARINA – Nello spettacolare circuito di Yas Marina è situato il “Ferrari World”, un parco a tema dedicato alla scuderia di Maranello. Ma Abu Dhabi è tutt’altro che cara alla Rossa. Mai una vittoria, mai una pole position, mai una gioia. Di Abu Dhabi per il Cavallino restano solamente gli amari ricordi dell’inseguimento di Fernando Alonso alla Renault di Vitaly Petrov nel mentre che un giovane Vettel a bordo della Red Bull beffava lo spagnolo assicurandosi il Mondiale. Oppure l’ultimo capitolo proprio di Nando in Rosso, nel 2014, alla guida di una monoposto che creò imbarazzo per la sua instabilità. Ma in questa stagione, specialmente nella seconda parte del campionato, la Ferrari ha dimostrato di poter essere competitiva anche su tracciati storicamente complicati. La SF90 è migliorata nettamente in qualifica diventando la miglior macchina nel time-attack, così come dimostrato dal record di pole stagionali detenuto da Leclerc (quota 7) che per altro ha reso le cose ancor più complicate al recordman di tutti i tempi Hamilton, a secco di pole dalla Germania (solo 4 pole in stagione). Un piccolo passettino avanti, però, dovrà essere fatto nella gestione del passo gara e dell’usura delle mescole, punto dolente della SF90. E proprio questo sarà il tema che ci accompagnerà lungo tutto l’inverno fino ai test 2020.
Ma il tabù lo si può sfatare solamente con il teamwork. Ed è nei momenti di difficoltà che lo spirito di squadra può sistemare tutte le problematiche. Vettel e Leclerc ad Abu Dhabi dovranno mettere da parte l’orgoglio e mettere, soprattutto, la Ferrari davanti a tutto. La figuraccia del Brasile potrà anche essere cancellata con una vittoria, con una pole o con una prestazione formidabile del singolo, ma ciò che il team spera è quello di rivedere Seb e Charles sereni e positivi, per mantenere saldo un rapporto che dovrà essere vincente nel 2020.
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