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Anche il football NFL lancia il primo protocollo per la ripartenza durante l’uscita dall’emergenza Coronavirus. Il provvedimento, presentato dal commissario Roger Goodell, non sembra però avvicinare la data di un rientro in campo quanto piuttosto un graduale ritorno all’attività interna dei singoli team per la riapertura delle strutture societarie.
“Un passo importante nel processo di pianificazione per la stagione 2020 prevede la riapertura delle strutture dei club” si legge nel comunicato secondo quanto riportato anche dal Los Angeles Times . I protocolli hanno lo scopo di consentire una riapertura sicura e graduale e sono stati sviluppati in coordinamento con una serie di esperti di salute, tra cui il dott. Allen Sills, il capo medico della Lega, i medici delle malattie infettive della Duke University.
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Uno dei passaggi chiave riguarda l’accesso alle strutture che rimane interdetto per i giocatori: nessun giocatore sarebbe autorizzato a entrare nella struttura se non per continuare una terapia o riabilitazione che era in corso alla chiusura del quartier generale. Se le normative statali lo consentono, la prima fase permetterebbe il coinvolgimento del 50% dei dipendenti, fino ad un massimo di 75 persone.
Viene ribadita con forza l’importanza di una costante e profonda sanificazione degli ambienti, così come il dovere per ogni squadra di costituire un team in grado di gestire l’emergenza e la nuova fase con diverse figure professionali richieste: un medico locale con esperienza nei principi comuni delle malattie infettive, un responsabile del controllo delle infezioni del club, il capo istruttore e medico del team e il direttore delle risorse umane.
Goodell ha precisato che i team dovrebbero attenersi al protocollo entro il 15 maggio, così da essere pronti nel momento in cui verrà autorizzata formalmente la riapertura.
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